Scriveva Leopardi nelle Operette morali: "Un uomo fatto all'antica" è un uomo "dabbene e da potersene fi dare". Oggi questa immagine virtuosa è andata smarrendosi. Attribuire tale qualità morale a qualcuno può signifi care accusarlo di essere un conservatore, se non un reazionario. Nel migliore dei casi, si è tacciati di non stare "al passo con i tempi", di non saperne vedere i vantaggi. Questo libro mostra invece che l'essere all'antica implica alcune delle nostre qualità migliori. Fra queste, la sensibilità per le memorie personali e altrui, per la conoscenza storica, per virtù e valori che paiono dimenticati. E poi, si è tali per modi di fare, parlare, desiderare, non volti nostalgicamente al passato ma orientati a sentimenti in controtendenza, ostili verso ogni forma di volgarità. Piuttosto propensi alla pratica della lealtà, della generosità, dell'amicizia. L'essere all'antica, su cui il libro sfata i pregiudizi più frequenti, arricchisce e non sminuisce il nostro modo di esistere. Per non vivere di solo presente e non esserne troppo contagiati.
Inseguire i foliage, frugarne tra gli alberi le manifestazioni, attenua i timori dell'inverno che incombe. Girovagare in autunno nei boschi, in pianura, in montagna, sulle colline, offre momenti di grande bellezza e consolazione. Il termine foliage invita a vagabondare alla ricerca del trascolorare delle foglie in sfumature pregne di solarità, ad ammirarle concedendosi tempo. Il mutamento della natura diventa stile di vita, arte della contemplazione e dell'attesa; il tema della fugacità è inteso non come fonte di tristezza ma come rinnovato desiderio di vita. Un viaggio alla scoperta della luce che anche i bagliori autunnali emanano, illustrato dai dipinti dedicati all'autunno dai grandi pittori, da Monet a Gauguin, da Van Gogh a Schiele.
L’ingratitudine e la riconoscenza sono tratti salienti degli intricati rapporti umani. L’una è prova di arroganza e disprezzo, l’altra di amicizia indissolubile. Se l’ingratitudine evoca i motivi del tradimento, la riconoscenza sancisce la benevolenza verso chi ci ha aiutato, spesso senza chiedere nulla in cambio. Oggi il dissolversi delle buone maniere evidenzia il logoramento delle più elementari consuetudini relazionali. Si è ingrati senza più accorgersene, si è riconoscenti quanto basta per ottenere favori, all’insegna dei più impliciti rapporti di scambio. Il libro, rivisitando in profondità i due sentimenti e le loro moralità contrapposte, penetra in esse per riproporle alla nostra riflessione. Non tace al lettore le pieghe oscure di due esperienze emotive tra le più eluse e trascurate della vita di tutti noi.
Un libro costruito intorno alla parola "silenzio" e ai mille preziosi modi in cui questa dimensione incrocia l'esperienza di ciascuno. Un libro per riscoprire il silenzio e imparare a praticarlo, per ritrovare un ascolto profondo e una parola vera sul mondo e sulla nostra vita.
Arriva un momento nell'età adulta in cui si avverte il desiderio di raccontare la propria storia di vita. Per fare un po' d'ordine dentro di sé e capire il presente; per ritrovare emozioni perdute e sapere come si è diventati, chi dobbiamo ringraziare o dimenticare. Quando questo bisogno ci sorprende, l'autobiagrafia di quel che abbiamo fatto, amato, sofferto, inizia a prendere forma. Diventa scrittura di sé e alimenta l'esaltante passione di voler lasciare traccia di noi a chi verrà dopo o ci sarà accanto. Sperimentiamo così il "pensiero autobiografico", che richiede lavoro, coraggio, metodo, ma procura, al contempo, non poco benessere.