Don Pasqualino di Dio, a partire dalla sua esperienza di esorcista diocesano, ha realizzato questo libro con l'obiettivo di aiutare i fedeli che si accostano al sacerdote per ricevere preghiere di liberazione e di esorcismo. L'ha concepito come un piccolo ausilio e stimolo per la preghiera quotidiana, fondamentale per la liberazione, incentrata sulla parola di Dio: uno scudo per difenderci dai dardi infuocati del maligno (Ef 6,10-18). Il libro propone un itinerario spirituale che si sviluppa in quattro settimane: la settimana del perdono, quella della liberazione, quella della guarigione e quella della consolazione. Il percorso di ogni settimana ruota attorno al triduo pasquale della passione, morte, sepoltura e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, il mistero principale della nostra salvezza e della nostra fede. Il libro, nella sua semplicità e immediatezza, fa pervenire a uno stile nuovo di preghiera, necessario per scacciare efficacemente il maligno. Presentazione di don Gabriele Amorth.
L'ora della morte del Signore Gesù, le tre del pomeriggio, è un'ora privilegiata nel culto alla Divina misericordia. Don Pasqualino di Dio ci offre un sussidio per vivere con intensità e profondità questo momento e così onorare con devozione la passione e la morte di Gesù sulla croce. Gesù, infatti, dice a santa Faustina: «Ogni volta che senti l'orologio battere le tre, ricordati di immergerti tutta nella Mia Misericordia, adorandola ed esaltandola; invoca la sua onnipotenza per il mondo intero e specialmente per i poveri peccatori, poiché fu in quell'ora che venne spalancata per ogni anima. In quell'ora otterrai tutto per te stessa e per gli altri». E promette: «In quell'ora non rifiuterò nulla all'anima che Mi prega per la Mia Passione». La devozione alla Divina Misericordia, la Parola di Dio, le meditazioni, scelte in maniera sapiente, e le preghiere aiuteranno ciascuno a entrare nel grande mistero della misericordia di Dio. Un invito alla preghiera, dunque, ma anche un invito alla misericordia a favore dei fratelli più deboli, in modo da mettere in pratica le parole di papa Francesco: «Misericordiati, misericordiamo!».