Martin Hengel, studioso di confessione luterana, ha pubblicato nel 2006 un volume dal titolo "Pietro, il sottovalutato". Egli ritiene che la figura dell'apostolo Pietro sia stata trascurata nella ricerca, nonostante la centralità che il Nuovo Testamento gli riconosce. Di Pietro e della sua "autorità" o, come si usa anche dire, del suo primato. Quest'ultima questione è stata sollevata spesso per stabilire l'eventuale estensione di tale primato ai vescovi di Roma, considerati i suoi "successori". Si è parlato lungo i secoli e continua una discussione vivace nel dialogo ecumenico. Obiettivo del libro è quello di affrontare l'argomento nell'ambito del Vangelo di San Luca, traendo spunto per sondare il motivo che ha spinto Luca (al pari di altri autori neotestamentari) a mettere in risalto la figura di Pietro. Infatti, si parla di lui soltanto per una necessità storica, ossia per riportare i fatti come fedelmente sono avvenuti, oppure anche per trasmettere, attraverso il racconto, un aspetto non secondario della rivelazione. La ricerca intende offrire ai lettori alcuni elementi per riflettere sulla figura dell'apostolo Pietro, il trait-d'union tra l'eccezionale personalità del Maestro e Paolo di Tarso.
Il volume offre, a studiosi e a cultori di cristologia, uno sguardo attento e ben documentato sul dibattito contemporaneo su Gesu, affrontando in principal modo la questione dell'identita messianica di Gesu. L'Autore analizza, con uno stile chiaro e scorrevole, una delle questioni centrali della cristologia, ossia l'identita messianica di Gesu. L'argomento viene sviluppato a partire dalla tradizione neotestamentaria, soprattutto dai vangeli di Marco, Matteo e Luca, e offre nuovi impulsi al dibattico contemporaneo su Gesu.