Oltre l'abitudine e oltre l'ideologia, la fede cristiana disegna uno spazio che è quello dell'esistenza responsabile, libera e felice.
È da più di un millennio che la tradizione cristiana legge la passione di Gesù con la categoria sacrificale:‘’Cristo ci ha redenti con il suo sangue’’,‘’ci ha liberati dal peccato con la sua morte’’,‘’ha espiato con la sua sofferenza la colpa umana’’,‘’è morto sulla croce per salvare il mondo’’. Espressioni entrate profondamente nel linguaggio teologico, liturgico e catechetico che spesso hanno creato l’immagine di un Dio crudele e violento che, per essere placato nella sua collera, ha mandato a morire il figlio.
In questo libro toccante, disarmante, scritto con la passione della fede cristiana e con la lucidità della intelligenza antropologica moderna (Elmar Salman, dalla prefazione) Carmine Di Sante opera un radicale ripensamento di queste categorie e, alla luce degli studi più recenti, propone una chiave diversa. Partendo dalle fonti evangeliche, la passione di Gesù è riletta come evento di nonviolenza e di perdono — nel senso di dono all’ennesima potenza — con cui Gesù, in obbedienza al Padre, sottrae alla violenza la pretesa di essere la parola ultima e sovrana dell’umano, inaugurando così i tempi nuovi della fraternità e della pace come possibilità affidata alla responsabilità indeclinabile di ognuno.
Saggio sull'accoglienza, sul rapporto io-tu a partire dalla categoria dell'ospitalità.
Confrontando il pensiero ebraico-cristiano con il pensiero greco, l'autore offre una riflessione sul tema della responsabilità indeclinabile, portando il lettore a una riscoperta della dimensione e priorità del dono e del gratuito.
Bibbia e filosofia, Gerusalemme e Atene: di questi due universi concettuali, senza i quali non si comprenderebbe nulla della cultura occidentale, il primo è quello più rimosso e ignorato a causa dell’antigiudaismo cristiano e soprattutto a causa del fenomeno della «ellenizzazione» che ha letto le scritture ebraiche con il logos greco. Proponendo una «teologia dell’ebraismo», come vuole il sottotitolo del saggio, l’autore di queste pagine individua nel concetto di «natura» la forza seducente dell’ellenizzazione e restituisce priorità alla categoria biblica dell’alleanza o relazione di alterità irriducibilmente altra: «Relazione di alterità è quella che disegna tra Dio e l’uomo un genere di rapporto dove l’iniziativa divina ha il carattere di chiamata e il suo effetto è il sorgere davanti a Dio dell’uomo non come sua partecipazione ma come suo interlocutore, come interpellato a dare una risposta. Così l’uomo […] viene promosso a partner di Dio, che gli affida la cura del mondo, a luogo-tenente di Dio, che lo incarica del buon governo della creazione» (dalla Presentazione di Armido Rizzi).
Carmine Di Sante si è specializzato in Scienze liturgiche al Pontificio Istituto S. Anselmo di Roma, si è laureato in psicologia all’Università La Sapienza di Roma e ha lavorato come teologo dal 1980 al 2000 al SIDIC di Roma.