Dal vangelo ai vangeli prende in esame molteplici aspetti del Nuovo Testa- mento oggetto di lunghe dispute: l’affidabilità dei vangeli, il carattere orale della primissima tradizione su Gesù, la nascita del genere dei sinottici, la diversità del vangelo di Giovanni, il passaggio da Gesù a Paolo, Paolo apostolo e apostata, la giustificazione per fede, l’ecclesiologia trinitaria di Paolo.
James D. G. Dunn, di formazione protestante, si rivolge a un pubblico cattolico ed ebraico «nella speranza di favorire una più piena conoscenza di Gesù, di Paolo e dei vangeli, della loro reciproca relazione e della loro incessante importanza per l’autocomprensione cristiana e per la crescita del rispetto della comprensione vicendevole tra Ebrei e cristiani».
Destinatari
Studenti, biblisti, religiosi.
Autore
James d. G. Dunn. Lightfoot Professor Emeritus of Divinity presso l’Università di Durham, in Inghilterra. Tra le sue molte pubblicazioni, oltre ai commentari a Romani, Galati, Colossesi e Filemone, ricordiamo i tre volumi Gli albori del cristianesimo: La memoria di Gesù. Fede e Gesù storico (2006), La memoria di Gesù. La missione di Gesù (2006) e La memoria di Gesù. L’acme della missione di Gesù (2007) pubblicati da Paideia, così come La teologia dell’apostolo Paolo (1999) e Cambiare prospettiva su Gesù. Dove sbaglia la ricerca su Gesù storico (2011).
Per i modi in cui è stata condotta negli ultimi due secoli, la ricerca sul Gesù storico pare all’autore di questo saggio viziata da una prospettiva che da una parte non ha consentito di distinguere tra gli effetti suscitati da Gesù e l’immagine che successivamente ci se ne è fatta, dall’altra ha privilegiato l’aspetto letterario della tradizione di Gesù precludendosi la comprensione della trasmissione orale della stessa tradizione e travisando così il modo di pensare gli effetti suscitati da Gesù. Scopo del breve saggio di J.D.G. Dunn è di contribuire a modificare l’eredità dell’impostazione letteraria della ricerca storica su Gesù. La tradizione di Gesù non fu inizialmente un testo scritto, viveva nella tradizione orale. Più che conservata era utilizzata; più che preservata, eseguita; più che letta, ascoltata. Trattarla come manufatto cristallizzato, da sottoporre a dissezione clinica, equivale a perderla. La sua variabilità non è segno di degenerazione né di corruzione, bensì mette direttamente a contatto con la tradizione che si trovarono a vivere i primissimi gruppi cristiani, e che in quanto tale può ancor oggi essere ascoltata e trovare risposta in chi l’ascolta.
Il terzo tomo del primo volume di quest'opera di James D.G. Dunn si conclude con l'esame delle tradizioni degli eventi che posero fine alla missione di Gesù: il processo, la morte in croce, la risurrezione. Quest'ultima è per Dunn non soltanto l'acme della narrazione evangelica ma anche elemento integrante della figura del Gesù ricordato: se Gesù è il solo grande «presupposto» del cristianesimo, così lo è anche la risurrezione. È con la risurrezione che la storia di Gesù finisce, e in essa si inizia a vdere quello che fu l'effetto più duraturo della missione di Gesù: il Gesù ricordato dal quale è fiorito il cristianesimo.