Il mito dell'Albero Sacro posto al centro dell'Eden risale ai primordi dell'umanità: è la suggestiva ipotesi di Mircea Eliade, tra i più grandi studiosi di storia delle religioni del XX secolo. L'Albero Sacro consentiva all'uomo di ascendere al cielo, stabilire un colloquio diretto con Dio, arrivare alla comprensione metafisica della realtà. Poi, con la perdita dell'innocenza, venne il giorno dell'esilio dall'Eden. Le grandi mitologie del passato hanno una radice comune: la nostalgia per il paradiso primordiale, sede della felicità e dell'immortalità. Ma qual è oggi la funzione del mito? Con la desacralizzazione della vita e del creato, l'uomo contemporaneo ha "rimosso" il simbolo nelle zone oscure della psiche, cioè nel sogno, nelle fantasie, nelle memorie ancestrali. Mircea Eliade procede in questo studio a un raffronto tra il variegato, trasparente e interpersonale spazio delle religioni e l'opaca e limitativa sfera dell'inconscio individuale. In questo ormai classico studio, l'autore interpreta in modo nuovo e anticonvenzionale i riti della madre terra, i sacrifici umani, i misteri orfici, i poteri degli sciamani, la mistica indiana, le pratiche dei monaci buddhisti, i valori delle Scritture ebraiche e cristiane, per approdare alle odierne dinamiche dell'immaginario. Mimetizzato sotto varie forme, il mito vive ancora, la nostalgia del paradiso è sempre presente e molte idee apparentemente nuove non sono che un prolungamento del pensiero arcaico.
Il mito dell'eterno ritorno è il frutto di uno studio che Mircea Eliade aveva compiuto sull'uomo delle società arcaiche, o «tradizionali», sia quelle che vengono comunemente definite «primitive», sia quelle che espressero le antiche culture dell'Asia, dell'Europa e dell'America. Concentrandosi sulla concezione che l'uomo aveva di sé stesso e del posto che occupava nel cosmo, ne mostra la sostanziale differenza rispetto a quella moderna, fortemente influenzata dal giudeo-cristianesimo. Nelle società arcaiche l'uomo era solidale con il cosmo e i suoi ritmi e aveva una concezione circolare del tempo. Attraverso il mito dell'eterno ritorno e le cerimonie e i riti che ripetono e riattualizzano gli avvenimenti dell'inizio del tempo, le civiltà tradizionali rigeneravano simbolicamente il cosmo e la società. Con questo saggio, che considerava «come il più significativo» dei suoi libri, raccomandando di leggerlo prima di tutti gli altri, il grande storico delle religioni propone quella che riteneva un'introduzione a una filosofia della storia. Dopo aver illustrato il modo in cui l'uomo tradizionale riusciva a «sopportare» la storia, Eliade affronta il problema degli storicismi attuali e fornisce all'uomo una guida rispetto a una questione che considera essenziale, l'individuazione di ciò che «permette anche all'uomo moderno di sopportare la pressione sempre più potente della storia contemporanea».
I saggi che compongono questo volume sono stati raccolti da Mircea Eliade nella fase matura della sua vita, riprendendo una serie di conferenze e articoli scritti nel corso di dieci anni.
Il celebre studioso romeno sentì infatti la necessità di tirare le fila delle sue ricerche per presentarle a un pubblico più vasto, soprattutto di non specialisti. Riteneva che le sue competenze di storico delle religioni potessero servire a mettere in luce i nessi fra molti fenomeni culturali contemporanei e gli universi di pensiero elaborati da comunità umane lontane nel tempo e nello spazio, permettendo così di capire meglio il presente, oltre che i meccanismi di funzionamento e l’evoluzione del pensiero.
Le indagini compiute da Eliade vengono insomma poste al servizio di un’opera di decifrazione delle radici nascoste di movimenti letterari, filosofici o artistici contemporanei, e di credenze, miti e mode dell’uomo moderno, compresi l’interesse per l’occulto e la stregoneria o le mitologie della morte.
Yoga. Saggio sulle origini della mistica indiana è stata la prima grande opera sullo yoga scritta da un occidentale. Nata come tesi di dottorato in filosofia, discussa da Eliade all’università di Bucarest nel giugno del 1933 e pubblicata nel 1936, è presentata qui per la prima volta in edizione italiana.
Sullo yoga il grande storico delle religioni ritornò con altre tre opere: Tecniche dello yoga (del 1948), il fondamentale Lo yoga. Immortalità e libertà (risalente al 1954) e Patañjali e lo yoga (del 1962). Ma proprio il confronto con tali testi rivela al lettore – anche a quello non specialista – l’importanza di questo primo saggio, che ci offre la rara opportunità di cogliere Eliade nel momento stesso in cui imposta e definisce la propria metodologia di lavoro. Come scrive Alberto Pelissero nell’introduzione, in quest’opera emerge «la progressiva emancipazione [di Eliade] dai maestri indiani, in cerca di un’epistemologia e di un’ermeneutica che svincolasse lo studio dello yoga dalle pastoie della filologia sanscrita e consentisse la nascita di un metodo più largamente storico-religioso, con maggiore attenzione al contenuto speculativo (filosofico, rituale, relativo alla prassi religiosa) rispetto alla mera venerazione testuale».
L'AUTORE
Mircea Eliade (1907-1986) è stato uno dei più grandi storici delle religioni del XX secolo e un profondo conoscitore del mondo orientale. La sua vasta produzione comprende saggi, trattati, opere letterarie e scritti autobiografici. Di Eliade la nostra casa editrice ha pubblicato nel 2007 il volume Miti, sogni, misteri.
IL LIBRO
Il mito dell’Albero Sacro posto al centro dell’Eden risale ai primordi dell’umanità: è la suggestiva ipotesi di Mircea Eliade, il più grande studioso di storia delle religioni del XX secolo. L’Albero Sacro, scrive Eliade, consentiva all’uomo di ascendere al cielo, stabilire un colloquio diretto con Dio, arrivare alla comprensione metafisica della realtà. Poi, con la perdita dell’innocenza, venne il giorno dell’esilio dall’Eden. Le grandi mitologie del passato hanno una radice comune: la nostalgia per il paradiso primordiale, sede della felicità e dell’immortalità.
Ma qual è oggi la funzione del Mito? Con la desacralizzazione della vita e del Creato, l’uomo contemporaneo ha «rimosso» il simbolo nelle zone oscure della psiche, cioè nel sogno, nelle fantasie, nelle memorie ancestrali. Con Miti, sogni, misteri Mircea Eliade procede a un illuminante raffronto tra il variegato, trasparente e interpersonale spazio delle religioni e l’opaca e limitativa sfera dell’inconscio individuale.
In questo ormai classico studio, l’autore interpreta in modo nuovo e anticonvenzionale i riti della Madre Terra, i sacrifici umani, i misteri orfici, i poteri degli sciamani, la mistica indiana, le pratiche dei monaci buddhisti, i valori delle Scritture ebraiche e cristiane, per approdare alle odierne dinamiche dell’immaginario.
Le sue conclusioni sono chiare: mimetizzato sotto varie forme il Mito vive ancora, la nostalgia del Paradiso resta presente in noi, e molte idee apparentemente nuove non sono altro che un prolungamento del pensiero arcaico.
L'AUTORE
MIRCEA ELIADE (1907-1986), storico delle religioni, filosofo e anche prolifico narratore, è stato una delle personalità intellettuali più importanti e influenti del ’900. Tutte le sue principali opere sono tradotte in italiano.