Che ne è della fede in questo mondo secolarizzato? La mentalità occidentale, che pone al centro l'essere umano e le sue esigenze materiali, pervade il mondo. Forse la fede non esiste più o magari ce n'è troppa, ma non di tipo religioso, dato che spesso viene confusa con credenze varie e con opinioni più o meno giustificate. Eppure, anche in tale mentalità continua a esserci bisogno di credere, ma non sono più le religioni monoteistiche a dirigere le dinamiche umane. Per fare i conti con questi fenomeni occorre approfondire in cosa consiste davvero il rapporto con Dio, quali sono i significati e le forme della fede, che si configura come un'esperienza di relazione e di fiducia in grado di dare senso a ogni altra nostra relazione, di offrire prospettive ulteriori. L'esito di questa indagine è un cristianesimo come "religione impossibile", che, nella sua trasgressività, permette di considerare l'"impossibile" come una possibilità e in tal modo salva dalla compromissione con il male che caratterizza l'agire umano.
Cosa significa agire eticamente? L'azione implica sempre una relazione tra un io e un tu, tra un noi e gli altri? L'autore ci conduce nei paradossi che le tradizioni filosofiche, continentali e analitiche, hanno prodotto nell'affrontare questi interrogativi e prova a declinarli in un nuovo paradigma: una filosofia della relazione, dove relazione non è la finalità ma appare la stessa condizione di possibilità della vita etica. In questa prospettiva si riformulano alcuni dei nodi più aporetici della morale: la divisione tra essere e dover essere (nell'essere stesso è in gioco il dover essere, il rispetto dell'altro); il concetto di "io" (lungi dal contrapporsi a ciò che gli è altro ne è costituito, nella relazione) etc. Di qui la peculiarità di alcune categorie indagate dalla filosofia - iniziare, invecchiare, tempo, azione: sono performative, determinano l'agire. Queste pagine introducono a una nuova filosofia morale ma sono anche, in se stesse, esercizio di pensiero come "coinvolgimento".