A lungo la filosofia ci ha raccontato una storia deprimente. C'è un Io che, con il linguaggio e il pensiero, costruisce il mondo, dunque (se prendiamo sul serio questa favola), anche gli altri io, e, per assurdo che possa sembrare, lo stesso passato. La storia è deprimente perché questa posizione, che si pretende rivoluzionaria, di fatto è profondamente conservatrice: è la reazione pura, è la negazione di ogni evento. Ci insegna che nulla di nuovo potrà mai colpirci, come una minaccia o come una promessa, perché il mondo è tutto dentro di noi. Con un linguaggio creativo e con argomenti ironici e stringenti Ferraris ci racconta una storia diversa e davvero rivoluzionaria. La realtà, e il pensiero che la conosce, provengono dal mondo, attraverso processi ed esplosioni, urti, interazioni, resistenze e alterità che non cessano di sorprenderci. Dal Big Bang alle termiti, dal web alla responsabilità morale, quello che il mondo ci dà (ossia tutto quello che c'è) emerge indipendentemente dall'io e dalle sue claustrofilie.
"Mi è capitato di prendermi tre multe per eccesso di velocità nel tunnel del Monte Bianco, visto che l'infrazione era stata rilevata da tre autovelox. Di qui, a parte l'esborso, la domanda filosofica: un evento si moltiplica in ragione degli osservatori? Si direbbe di sì, stando alla polizia italiana e alla gendarmeria francese. Ma, in questo caso, se gli autovelox fossero stati mille, avrei dovuto pagare mille multe?" Gli aneddoti che Maurizio Ferraris raccoglie in questo dizionario filosofico fuori dal comune sono piú o meno di questo tenore. Da "Autovelox" a "Zuhandenheit", in 129 voci che spaziano dal "Bancomat" agli "Zoccoli" passando per "Cavatappi", passando per le "Mutande, senza dimenticare le "Cazzimme" e le "Supercazzole", l'autore cerca di definire quelli che Roland Barthes chiamava "miti d'oggi" e Martin Heidegger "essere-nel-mondo". La filosofia alle prese con i paradossi della vita quotidiana.