Musica per lupi narra la storia del più orrendo esperimento carcerario condotto fra il 1949 e il 1952 in un carcere speciale di Pitesti, a nord di Bucarest. Le torture volte alla rieducazione di giovani oppositori del regime sfociarono in un culmine demoniaco senza precedenti, affine alle 120 giornate di Sodoma del marchese de Sade, poi riprese in un celebre film da Pasolini. L'idea di fondo era quella della "rieducazione" con il fine di creare "uomini nuovi". Pitesti rappresenta qualcosa di imparagonabile e unico nella storia del Novecento: non l'annientamento ideologico e biologico come ad Auschwitz; non lo sterminio pratico e di massa come nei gulag sovietici; e neppure la rieducazione forzata e spietata come in Vietnam o Cambogia. Si tratta piuttosto di una tortura ininterrotta, attuata di giorno e di notte secondo regole precise, e concepita come un fine in se stesso. Anziché affidare l'esperimento a squadre di "scienziati" del tipo Mengele, venne deciso di lasciare carta bianca a un gruppo di detenuti guidati da Eugen Turcanu, in possesso di eccezionale acutezza mentale, prestanza fisica e capacità di leadership. Nel 1952, quando le prime notizie sull'"esperimento Pitesti" cominciarono a filtrare, per evitare uno scandalo vennero incriminati gli autori (Turcanu in testa): il processo sanzionò la pena di morte per i responsabili, senza toccare gli alti mandanti. Il segreto di Pitesti venne così gelosamente sepolto nella tomba di Turcanu, e ancor oggi (benché in Romania si stia cercando ora di girare un film sull'argomento) il tabù è intatto.
Riccardo Modena, agente letterario, è un uomo in crisi: sessantenne, come molti della sua generazione ha ripudiato gli ideali e i miti sessantottini per inseguire il miraggio del benessere e della carriera, ritrovandosi insoddisfatto e deluso alle soglie della vecchiaia. Nel pieno del sessantotto, anche lui come tanti aveva trovato in Cuba una patria ideale, e in Che Guevara aveva visto il simbolo dell'eroe coraggioso e puro. Cuba, tuttavia, si rivela ben diversa da quella che aveva sognato: in pieno disfacimento il regime castrista, corruzione e affarismo dilagano, il razzismo non ha più maschere, la violenza si respira nell'aria. Scoprirà così che le ragazzine si prostituiscono a quattordici anni e gli slogan ossessivi della propaganda fanno da grottesco sottofondo alla miseria e alla lotta quotidiana per l'esistenza. Ma anche i diari del Che, offerti a Riccardo Modena, si rivelano un miraggio: emergono via via nuovi inquietanti particolari sull'autentica personalità del guerrigliero, documenti finora tenuti segreti ribaltano l'immagine di lui diffusa in Occidente.