La lettera agli Ebrei, secondo una ormai nota espressione di E. Grässer, non è una lettera, non è di Paolo, né è stata inviata agli ebrei. È invece un magnifico e dotto "discorso di esortazione" (cfr. Eb 13,22) sul sacerdozio di Cristo, messo per iscritto e poi inviato a cristiani vittime di opposizioni e persecuzioni, bisognosi di una parola di incoraggiamento e di consolazione per rimanere saldi in Gesù, "autore e perfezionatore" della loro fede (12,2), unico mediatore tra Dio e gli uomini. Il titolo "Agli Ebrei" (Pròs Hebraíous) non fa parte dell'opera, ma è stato aggiunto successivamente. Infatti, non c'è alcun riscontro nel testo di questo nome o di quello di "giudei" oppure di "Israeliti", né ci sono allusioni a pratiche loro proprie come la circoncisione. Inoltre, non è indicata la regione in cui i destinatari vivono, né le loro origini etniche. Non si sottolinea, altresì, alcuna distinzione tra giudei e pagani. Ciò che è certo è che il predicatore si rivolge a dei cristiani (cfr. 3,14) - e cristiani di lunga data (cfr. 5,12) - i quali sono esortati a rimanere saldi nella fede in Cristo contro tendenze giudaizzanti di ritorno. Proprio questo aspetto, insieme a una conoscenza approfondita del culto giudaico, ha fatto pensare che l'autore si rivolgesse alla comunità di ebrei.
Atti del Corso Nazionale di Aggiornamento per docenti di religione cattolica nella secondaria superiore (Fiuggi, 29 marzo- 2 aprile 2005). Il presente volume inaugura la collana Scuola e Sapienza Cristiana, dedicata allo studio dei rapporti che intercorrono tra l'insegnamento della religione cattolica (IRC) e i diversi ambiti del sapere scientifico. Vi sono raccolti gli internventi che studiosi di diversa formazione e appartenenza hanno presentato durante il corso di aggiornamento tenutosi a Fiuggi sul tema: Unita del sapere e pluralita dei saperi.
Il libro accompagna la preparazione al Convegno Ecclesiale di Verona (16-20 ottobre 2006), in modo particolare la riflessione riguardante l'ambito della fragilita, sofferenza e carita.