Dovete affrontare il vostro capo furibondo? Tutti i giorni avete a che fare con un collega dal carattere difficile? Avete un figlio adolescente con il quale è impossibile parlare? Imparate a gestire le vostre emozioni e a stimolare negli altri e in voi stessi quelle che vi aiuteranno a raggiungere il risultato che vi prefiggete. Nel "Negoziato emotivo" troverete i punti chiave su cui dovete concentrarvi: esprimere apprezzamento per le opinioni degli altri, istituire un legame; trasformare un vostro avversario in un alleato, rispettare l'autonomia negli altri e guadagnare la propria, riconoscere il ruolo degli altri e stabilire il proprio, scegliere una funzione positiva in ogni tipo di negoziato.
Dalla guerra fredda fra Stati Uniti e Unione Sovietica alle mille guerre fredde che capita di dover affrontare tutti i giorni nella vita professionale e personale: questo libro, scritto da due esperti di negoziazione dell'Harvard Negotiation Project, passa dalle modalità di rapporto in ambito internazionale a quelle in ambito privato. E ne mette in luce i problemi comuni, vale a dire quelli psicologici e di atteggiamento mentale. In decenni di negoziati fra USA e URSS, infatti, tutte le difficoltà tecniche si dimostrarono superabili con relativa facilità, dai test sulle armi nucleari alla corsa al riarmo, mentre i problemi più insidiosi si manifestarono su un altro piano, quello della comunicazione carente, dei pregiudizi, dei fraintendimenti: esattamente quanto succede a tutti noi nel momento in cui dobbiamo trovare un accordo con qualcun altro. Roger Fisher e Scott Brown descrivono principi e comportamenti che contribuiscono a instaurare una relazione positiva che sfoci nella soluzione di contrasti, siano essi politici, lavorativi o strettamente personali.
Tutti i giorni ci capita di negoziare, anche quando non ce ne rendiamo conto. Si negozia con la propria moglie o il proprio marito su dove andare a cena e con il figlio sull'ora in cui deve rientrare dalla discoteca. Il negoziato è il mezzo fondamentale per ottenere dagli altri quello che vogliamo. In tutti i campi - dal lavoro all'amore, dalla vita famigliare a quella sociale, dalla semplice spesa quotidiana all'acquisto di un'auto o di una casa - saper trattare significa ottenere, vincere, avere ragione. Conoscere le tecniche della trattativa è un asso nella manica, un vantaggio nella vita. Gli autori, docenti di Harvard e tra i maggiori esperti di quest'arte, hanno capito che le stesse tecniche insegnate ai diplomatici e ai politici di professione potevano essere messe a disposizione di tutti.
New York City. Un giovane autista di limousine, che sogna di diventare milionario, incontra per caso un uomo ricchissimo. Recatosi nella lussuosa villa di questi per restituire un guanto che l'uomo ha dimenticato nel suo taxi, il giovane trova sulla scrivania del magnate una specie di testamento spirituale che spiega in modo rigoroso le immutabili leggi del successo personale. Grazie a quella provvidenziale lettura l'ambizioso autista riuscirà a coronare i suoi sogni. Fiaba e apologo morale, questo nuovo romanzo di Mark Fisher prosegue la saga narrativa inaugurata da "Il Milionario".
Senza un soldo in tasca, in balìa di un lavoro che detesta con tutte le sue forze, un ragazzo di ventisei anni decide di chiedere consiglio a un uomo ricchissimo, il Milionario, perché lo aiuti ad avere successo. Ma il Milionario ha in serbo per il ragazzzo una lezione importante, ben più importante del segreto per diventare ricchi. Una lezione che cambierà la vita del ragazzo e lo renderà felice.
L'idea della reincarnazione è antica come l'uomo. In questo libro Fisher ci accompagna in un viaggio alla scoperta di quella che, da sempre istinto tribale, è divenuta una delle grandi problematiche religiose dell'umanità ed è stata recentemente indagata con metodi scientifici. Il testo, pubblicato originariamente nel 1984, è arricchito da un'introduzione del Dalai Lama.
Un accidente propicia un cambio de papeles dentro del matrimonio Knapp. Esta deliciosa novela escrita en 1924 aborda magistralmente temas tan actuales como la conciliación, la igualdad, los roles familiares, la educación de los hijos...
Lo más sorprendente de esta novela -inédita en castellano y considerada la mejor de Dorothy Canfield Fisher- es el año de su publicación: 1924. Si no fuera por algunos detalles que nos sitúan en el contexto histórico de hace casi un siglo, podría estar escrita en nuestro tiempo, dada la tremenda actualidad de las cuestiones que aborda: la conciliación de la vida laboral y familiar, los roles masculino y femenino, la educación de los hijos...
De manera magistral, Dulce hogar nos plantea los problemas de una familia en la que ambos cónyuges están frustrados por las funciones que les ha tocado desarrollar. Evangeline es una obsesiva ama de casa cuyo perfeccionismo hace infelices a sus hijos. Sin darse cuenta, vive desencantada y aburrida, aunque se considera una buena madre y esposa. Lester, su marido, poeta y soñador, tampoco es feliz, ni en casa ni en el trabajo. Un accidente cambia la vida de toda la familia al propiciar un radical cambio de papeles: él se ve obligado a quedarse en casa en una silla de ruedas y ella debe ponerse a trabajar fuera del hogar para ganar el sustento de la familia.
"Esta novela de 1924 trata sobre un tema aparentemente muy actual: cómo un matrimonio puede sentirse oprimido
y frustrado por los roles que se espera que ha de cumplir y qué ocurre cuando esos roles se cambian".
Philadelphia Inquirer.
Dorothy Canfield Fisher (1879-1958) escribió once novelas, más de un centenar de cuentos, varios libros para niños y un gran número de artículos. Creció en una familia de profesores universitarios y artistas y su madre la llevó consigo en sus viajes por París y Madrid. En la Universidad de Nebraska conoció a Willa Cather, compañera de clase de su hermano, quien se convirtió en una amiga para toda la vida. Se doctoró en Francés y en vez de dedicarse a la enseñanza, empezó a escribir cuentos. En 1912, con los beneficios que le reportó su primera novela, viajó a Roma, donde conoció el método Montessori de educación, cuyos principios están en la base de algunas de las observaciones que se hacen en sus novelas, entre ellas, Dulce hogar. Dorothy Canfield Fisher es, sin lugar a dudas, una de esas escritoras injustamente olvidadas que merece ser rescatada de su largo exilio editorial.
Il neurofeedback è una sorta di "training del cervello" che consente di visualizzare e modificare i pattern del cervello stesso; i clinici sono dunque in grado di guidare i pazienti con l'obiettivo di trasformare i pattern di onde cerebrali all'interno di un nuovo contesto nel quale trattare la malattia mentale. Sebern Fisher mostra in questo libro la capacità del neurofeedback di incidere su alcuni aspetti della salute mentale considerati tra i meno trattabili: il grave abuso infantile, la trascuratezza, l'abbandono, in altre parole i traumi dello sviluppo. Quando siamo in presenza di un fallimento dell'attaccamento tra un bambino e il suo caregiver primario, si può instaurare un insieme di sintomi complessi: dissociazione cronica, comportamenti autodistruttivi, isolamento sociale, rabbia e paura. Finora esistevano poche terapie affidabili per contrastarli. Adesso, l'autrice mostra che, focalizzandosi sui pattern delle onde cerebrali del paziente, i ritmi del cervello, del corpo e della mente si normalizzano e, con un training scrupoloso, si instaura la regolazione. Sono anche valutate le abilità cliniche necessarie, compresa la modalità con cui presentare il neurofeedback ai pazienti, combinarlo con la psicoterapia tradizionale e fornire l'assessment.
Nel 1942 Mary Frances Kennedy Fisher dà alle stampe "Come cucinare il lupo", un ricettario per sopravvivere degnamente in tempi di razionamento del gas e di sparizione di prelibatezze, quali bistecche di manzo, bourbon, zucchero a velo e altri ingredienti essenziali alla buona cucina; ricettario che nelle sue intenzioni non voleva essere altro che un "libretto bizzarro sul modo migliore di convivere con la tessera annonaria, l'oscuramento e le altre miserie della Seconda guerra mondiale". Nel giro di un decennio, con il conflitto consegnato ai libri di storia, il "libretto" diventa uno "stravagante" libro di culto e, negli anni successivi, una delle opere fondamentali della letteratura americana del dopoguerra, al punto tale che la prestigiosa rivista "Time" lo inserirà tra i cento migliori libri di non-fiction di sempre. In questo singolare volume il cibo, naturalmente, è soltanto l'ingrediente principale con cui viene approntata una sfrontata, ironica, giocosa e, si direbbe oggi, "politicamente scorretta" apologia degli appetiti. M.F.K. Fisher non esita a far ricorso a massime di umoristi come A.P. Herbert ("A quanto mi risulta, gli astemi muoiono come tutti gli altri. E dunque a cosa serve eliminare la birra?")