Non finisce mai la voglia di Dario Fo di confrontarsi con il sapere e la storia per capire meglio l'uomo e il suo mondo. In questo caso per capire da dove veniamo e superare tutti i pregiudizi che abbiamo in testa, dettati dall'ignoranza. Ecco una risposta semplice, documentata e divertita a chi ancora oggi sostiene il creazionismo in polemica con Darwin e la teoria dell'evoluzione. Vale la pena leggere queste pagine su un grande scienziato e viaggiatore instancabile, che dedicò la sua vita a scoprire come è fatto il mondo in cui viviamo e perché siamo così. Anni passati in mare e in terre lontane a raccogliere conchiglie, coleotteri, crostacei, a studiare la vita degli insetti (soprattutto le formiche e la loro incredibile capacità organizzativa) e in genere di tutti gli animali considerati come nostri fratelli. Da lì noi veniamo, come possiamo maltrattarli? Strano: un teologo che diventa scienziato confutando le teorie deterministe della Bibbia, che dimostra che noi tutti siamo discendenti dello stesso ominide, siamo tutti uguali, e per questo combatte la tratta degli schiavi. Era troppo allora (subì attacchi violentissimi non solo dalla Chiesa), ma anche adesso Darwin dà fastidio e la sua teoria è contrastata, soprattutto in certi ambienti scolastici. Una favola vera, di più di duecento anni fa, attualissima.
Lui è Johann Trollmann (1907-1943), pugile sinti nella Germania nazista, il più bravo di tutti, ma c'è un particolare: è uno zingaro. La vita di Johann comincia subito di corsa, da quando, bambino, scopre la boxe e sale sul ring portando con sé i valori e la tradizione della sua gente, e guadagnando strepitose vittorie, una più emozionante dell'altra, con il pubblico (soprattutto femminile) in visibilio. Ma uno zingaro non è come gli altri tedeschi: come può rappresentare la grande Germania alle Olimpiadi del 1928? Le strade del successo ben presto gli vengono sbarrate, il clima politico peggiora, il nazismo travolge tutto, anche la sua vita e quella della sua famiglia. Non importa che Johann sia il più bravo, il titolo di campione dei pesi mediomassimi gli verrà negato, nonostante la vittoria sul ring. Da quel momento la sua vita diventa impossibile: prima il divorzio cui è costretto per salvare la moglie e la figlia, poi la sterilizzazione, la guerra cui partecipa come soldato e infine il campo di concentramento e l'ultima sfida, quella decisiva, contro il kapò, che vincerà, e per questo sarà punito. Con la morte. Dario Fo, grazie a una ricerca di Paolo Cagna Ninchi, ancora una volta recupera una vicenda vera e dimenticata. Solo di recente la Germania ha riconosciuto il valore e l'autenticità di questa storia consegnando alla famiglia Trollmann la corona di campione dei pesi mediomassimi negata a Johann ottant'anni prima.
C'è da non crederci, eppure è successo e continua a succedere. La storia di Ion Cazacu, vittima innocente della violenza cieca del suo datore di lavoro, non è isolata. È accaduto che altri due operai kosovari nelle Marche siano stati uccisi da un impresario locale: il loro torto e quello di Cazacu era quello di pretendere di essere pagati, che fossero rispettati i loro contratti. Dario Fo da anni voleva raccontare questa storia che tanto aveva colpito anche Franca Rame: ora, con l'aiuto della figlia dell'operaio romeno, Florina, riesce a riportare alla memoria fatti di una violenza così spietata che sembra impossibile possano verificarsi. E ripetersi. Anche il marito di Florina, piastrellista come Ion, è oggi minacciato, anche lui è vittima di violenze e soprusi. Nella giungla del mercato del lavoro, soprattutto quello edile, non ci sono regole, vince chi ha più potere. E la nostra giustizia, come dimostra Florina, non riesce sempre a imporre la verità e il diritto. Siamo nella Lombardia dei "masson" (i muratori degli antichi Comuni), la 'ndrangheta controlla il mercato del lavoro, il diritto è sospeso. La frode contributiva e fiscale è senza controlli. Chi ha la forza di opporsi alle mafie? Se la politica è assente, la tenacia e la caparbietà di Florina servono come modello per non rinunciare ad alzare la voce e a chiedere giustizia e verità.
Una storia d'amore e di follia. Un sogno rivoluzionario che diventa realtà. Ecco il nuovo romanzo storico di Dario Fo ambientato nella Danimarca del Settecento, protagonisti il giovane re pazzo, Cristiano VII, la sposa quindicenne, Carolina Matilde di Gran Bretagna, il suo amante, il medico Johann Friedrich Struensee, e il figlio del re, Federico. Una storia poco conosciuta. Dario Fo ha recuperato documenti inediti e alcuni diari segreti grazie ai quali ha potuto ricostruire il puzzle di una vicenda drammatica che intreccia ideali politici, passione amorosa e lotta per il potere. A volte la storia può cambiare strada a causa di eventi imprevedibili come la follia. In questo caso la follia di un re unita alla carica utopica di un medico, illuminista e rivoluzionario, e alla complicità della giovane principessa. Tutti e tre insieme, in un triangolo d'amore disperato, avviano riforme rivoluzionarie allora inimmaginabili, come l'abolizione della tortura, la libertà di stampa, l'abbattimento dei privilegi di casta, la promozione della cultura e dell'istruzione. Un colpo di stato orchestrato dalla regina madre e dalla corte porterà il medico alla forca e la principessa all'esilio, privata dei figli. Ma il sogno della rivoluzione, sebbene soffocato, non muore: sarà il giovane Federico a portare avanti i principi liberali assumendo il potere. Così la Danimarca potrà rendere concreti gli ideali illuministi e diventare uno Stato moderno.
Figlia di un papa, tre volte moglie (un marito assassinato), un figlio illegittimo... tutto in soli 39 anni, in pieno Rinascimento. Una vita incredibile, da raccontare. Ci hanno provato scrittori, filosofi, storici. Di recente sono state dedicate a Lucrezia serie televisive di successo in Italia e all'estero. Ora, eccezionalmente, il premio Nobel Dario Fo, staccandosi da ricostruzioni scandalistiche o puramente storiche, ci rivela in un romanzo tutta l'umanità di Lucrezia liberandola dal cliché di donna dissoluta e incestuosa e calandola nel contesto storico di allora e nella vita quotidiana. Ecco il fascino delle corti rinascimentali con il papa Alessandro VI, il più corrotto dei pontefici, il diabolico fratello Cesare, e poi i mariti di Lucrezia, cacciati, uccisi, umiliati, e i suoi amanti, primo fra tutti Pietro Bembo, con il quale condivideva l'amore per l'arte e, in particolare, per la poesia e il teatro. Tutti pedine dei giochi del potere, il più spietato. Una vera accademia del nepotismo e dell'osceno, tra festini e orge. Come oggi. Perché il romanzo della famiglia dei Borgia è soprattutto la maschera del nostro tempo che, visto attraverso il filtro di quel periodo, ci appare ancora più desolante e corrotto.
Tre voci per cambiare. Un dialogo inaspettato che mette in campo esperienze e sensibilità diverse. La sfida è guardare là dove nessuno vuole arrivare, cambiare davvero le regole del gioco e fare della politica non l'arte del potere ma un modo di essere cittadini autentici, responsabili, attivi. Nell'ideale passeggiata tra Atene e il Pireo, richiamandosi alla classicità degli Ateniesi che ci hanno tramandato un modello di democrazia, Dario Fo provoca i suoi interlocutori invitandoli a parlare dei traguardi che si prefigge il Movimento, affrontando anche le polemiche e le critiche di questi ultimi mesi. Il lavoro, gli immigrati, l'euro, le tasse, una nuova spending review, le elezioni... Per tutte le persone che vogliono saperne di più sul "comico" Grillo e sul misterioso Casaleggio, ecco un documento che fa vedere il Movimento per quello che è. Basta leggere per farsi un'opinione.