Manuel ha cinque anni e un grande cuore indomito. Un giorno, quando si squarcia il velo sui misteri più reconditi della sua giovanissima vita, risponde al richiamo che la natura intorno al suo villaggio gli lancia e fugge tra i boschi del Cile. In molti probabilmente sapevano perché non aveva una mamma, e perché vivesse insieme a un uomo che chiamava nonno ma in realtà era un estraneo. Un uomo che nascondeva un segreto sconvolgente sul passato di quel bambino e di sua madre, un segreto di cui Manuel aveva perso ogni ricordo. Quando la verità riemerge dall'oblio, Manuel decide che la sua famiglia sarebbero stati gli alberi, i ruscelli, i cespugli di frutti selvatici che tante volte lo avevano sfamato. Se il mondo degli uomini lo escludeva e lo maltrattava, la natura sembrava accoglierlo, gli uccelli cantavano la forza della vita, le fronde stormivano e i prati lo accarezzavano come nessuno aveva mai fatto. Se casa è un posto dove sentirsi protetti, lì era casa sua. Per molti mesi, anni, Manuel vive da solo nel bosco, in silenzio, mangiando frutti selvatici, imparando a cacciare dai gatti, a costruirsi una fionda, a pescare a mani nude. Un piccolo ragazzo selvaggio che coltiva dentro di sé la libertà. Niente lo avrebbe convinto a tornare nella prigione di prima, nemmeno l'inverno, nemmeno il vento gelido. Fino a quando il destino non inizia il suo lungo viaggio in cerca del bambino invisibile...
Non è che un ragazzino Aimone, quando, giovanissimo cameriere all’Hotel Suisse di Como, ottiene di andare in Germania per imparare il tedesco e il mestiere di maître d’hotel. Qualche giorno dopo, a Oberhof, nel castello del principe Watzesky e della sua signora, osserva rapito dal fondo della hall il bel mondo che si appresta a celebrare la notte di san Silvestro del 1938.
Eccola, la duchessa Steinlich, lo sguardo velato di tristezza. Scende le scale, abito di pizzo nero, capelli biondi fermati da un diadema, guanti di seta fin sopra il gomito. A un tratto, scorge il ragazzo al fondo della sala. È un lampo. Inizia ad ansimare, si appoggia alla ringhiera, sviene. Di colpo, l’orchestra smette di suonare. Un uomo si avvicina ad Aimone e sentenzia: è per colpa tua. Eppure non l’aveva mai vista prima. Cosa può averle fatto di male? Quell’episodio nasconde un dramma e una straordinaria coincidenza, che cambierà la sua vita. Il ragazzo si troverà a vivere come un aristocratico nel mondo sfarzoso della capitale nazista, e incontrerà gli uomini più potenti della Germania.
Ma non è che il primo coup de théâtre di questa straordinaria epopea. Perché rientrato in Italia al seguito di una delusione amorosa e arruolato nell’esercito, Aimone dopo l’8 settembre diventa partigiano. Colpire e nascondersi. Sfuggire alla cattura. Non tradire i compagni, per nessun motivo, mai. Nemmeno se vieni arrestato, torturato, impacchettato con destinazione Mauthausen, il campo dell’orrore.
Ma proprio mentre tutto sembra irrimediabilmente perduto, un nuovo colpo di scena cancella la parola fine e rimette in moto la storia di Aimone. E quando, negli ultimi giorni dell’aprile 1945, la colonna della Wehrmacht si arresta alle porte di Dongo, sarà proprio il ragazzo del lago, l’unico che sappia parlare tedesco, a illuminare alcune delle vicende più misteriose della nostra storia.