Nuove avventure, nuovi personaggi, vecchi e nuovi amori affollano le pagine del terzo e ultimo capitolo della trilogia di Tretronchi, immaginario borgo della pedemontana veneta. Le oscure trame di Odoacre avranno la meglio su don Ulisse e i suoi amici? La Compagnia dei Giacomini riuscirà a mettere in scena il Canto di Natale? Tra segreti svelati e tragedie sfiorate, il racconto volge verso un lieto fine, in cui molti personaggi saranno profondamente cambiati. E nulla sarà più come prima.
Biografia dell'autore
Umberto Folena (Firenze, 1956), giornalista, è stato per oltre trent’anni inviato speciale e caporedattore del quotidiano «Avvenire». È autore di oltre venti tra biografie e saggi e dei romanzi La Notte in cui Carletto non cantò e Ritorno a Tretronchi, di cui La Compagnia dei Giacomini è prosecuzione e compimento. Da sei anni vive in un piccolo borgo della pedemontana veneta.
Un piccolo libretto da regalare ai nonni, racconta la storia dei nonni di Gesù: Gioacchino e Anna.
«Vieni Gesù, bambino mio. Oggi voglio raccontarti una storia molto importante perché parla anche di me, di te, di noi tutti. Del nostro passato e soprattutto del nostro futuro. È la storia dei tuoi nonni: senza di loro, nulla sarebbe potuto accadere…».
Stampato a caratteri grandi.
I giocatori per i quali l'azzardo è ormai una vera malattia sono sempre di più. A cadere nella dipendenza sono spesso i poveri, le donne, gli anziani. Chi è in cura presso i Sert, i gruppi di mutuo aiuto e le comunità di recupero è appena la punta dell'iceberg. Eppure gli inviti a giocare d'azzardo sono sempre più pressanti, nuove sale aprono ogni giorno, la pubblicità incalza promettendo facili vincite e una vita felice. Lo Stato non reagisce, anche se i costi sociali superano di gran lunga gli incassi per l'erario. Sul ricco bottino allungano le mani le mafie. È un'emergenza sociale senza soluzione? No. C'è un'Italia che reagisce. È l'Italia dei volontari, dei medici coraggiosi, degli esercenti di bar e tabaccherie, di sindaci e Regioni che non chiudono gli occhi e resistono all'aggressione dell'azzardo. Non vanno lasciati soli. Occorre sostenerli. Il primo passo è conoscere il fenomeno: il Gap, gioco d'azzardo patologico; e Azzardopoli, il sistema di connivenze e furbizie che lo alimenta.
Paure. Paure che ci portiamo dentro da sempre, come l’abbandono e il dolore. Paure di cui è responsabile la natura, come terremoti e alluvioni, con la complicità decisiva dei comportamenti umani. Uomini che fanno paura perché rubano, violentano, uccidono. Paure motivate, a volte; spesso invece immotivate e alimentate dai mass media. Per affrontare le tossine delle nostre paure quotidiane, che ci avvelenano la vita, il primo anticorpo è l’abilità critica: saperle riconoscere per ciò che realmente sono. E superarle. Precisamente lo scopo di questo libro.
Cosa sono i PACS? Un piccolo libro spiega i termini del problema Saliti alla ribalta del dibattito politico italiano ed europeo il termine PACS sta per "Patti Civili di Solidarietà", ovvero una nuova forma di unione civile tra persone (senza distinzione di sesso) apparsi per la prima volta nella legislazione Francese nel 1999 per regolamentare le unioni di fatto. Saliti alla ribalta del dibattito politico italiano ed europeo il termine PACS sta per "Patti Civili di Solidarietà", ovvero una nuova forma di unione civile tra persone (senza distinzione di sesso) apparsi per la prima volta nella legislazione Francese nel 1999 per regolamentare le unioni di fatto. Il taglio del libro è quello del piccolo manuale esplicativo, che vuol fare il punto sui termini della questione inquadrandone i vari aspetti sociali, legislativi ed etici e dare al lettore, con chiarezza, le ragioni dei pro e dei contro.
Vincenzo Savio, recentemente scomparso dopo una lunga malattia, nasce a Osio Sotto, in provincia di Bergamo, il 6 aprile 1944. Il primo incarico da sacerdote è a Savona, poi sarà parroco a Livorno, poi Firenze e Alassio. Nel dicembre 2000 viene nominato Vescovo di Belluno-Feltre. Questo libro vuole raccontare la sua storia più recente, tracciare un profilo e indicare una figura esemplare per l’atteggiamento avuto nel vivere la malattia, la fede come gioia e testimonianza altissima per chiunque, e sono in tanti, l’abbia incontrato, magari solo avvicinato. Il racconto è in prima persona, come se fosse lo stesso Vincenzo Savio a parlare, appassionato e pieno di humor. Umberto Folena ci dà i ritmi e gli accenti caratterizzanti la vivace personalità del vescovo. Anche chi non lo ha conosciuto riesce a cogliere da questo racconto la statura dell’uomo e dell’uomo di Chiesa.