Il libro "Viva il Talmud, viva Mymonide, viva Israele" contiene venticinque brevi testi, distribuiti in tre sezioni, corrispondenti a tre diverse epoche: talmudica, medioevale, moderna e contemporanea. Il tema principale della prima sezione è dedicato al mondo del lavoro e alle sue dinamiche, ai diritti e ai doveri dei suoi protagonisti, ai mutati rapporti tra la campagna e l'urbanizzazione, il privato e il pubblico, la formazione dei monopoli, ecc. Altri temi vengono affrontati nel contesto dell'epoca in questione: il valore dello studio (talmud Torah) in rapporto a quello del lavoro, il confronto con l'altro, il rapporto tra la Torah di Israele e la Sapienza dei popoli. La seconda sezione contiene cinque testi su Maimonide, il grande maestro della tradizione ebraica medioevale, come filosofo della storia e come esegeta, come leader religioso e come pensatore speculativo. Seguono alcuni studi che hanno come tema il rapporto tra Israele e le genti, tra gli ebrei e i cristiani, tra le religioni monoteiste; la cittadinanza (sinaitica) e l'inclusione dello straniero. La terza sezione contiene testi su André Neher, una gloria dell'ebraismo francese del dopoguerra, dedicati alla tensione tra esegesi canonica e confessionale, scientifica ed esistenziale ebraica, con le tante implicazioni epistemologiche, filosofiche, politiche e soprattutto identitarie.
La controversia nella letteratura rabbinica, presenta la controversia (in ebraico: machloqet) tra scuole e tra maestri come aspetto caratteristico dell’ebraismo post-biblico, rabbinico in particolare. La controversia caratterizza la vita di una comunità centrata sulla Torah in quanto testo ricevuto e trasmesso, ma soprattutto in quanto testo da interpretare. La Torah esige l’interpretazione (in ebraico: ha-Torah nidreshet). Essa è il perno di una comunità nata dai piedi del Sinai e concepita come comunità ermeneutica.
André Neher (1914-1988), esegeta e filosofo, è stato un grande protagonista dell'ebraismo francese del dopo-guerra. È una delle personalità più in vista dell'ebraismo tout court del ventesimo secolo. Ha animato i celebri colloqui degli intellettuali ebrei di lingua francese insieme ad altri illustri esponenti dell'ebraismo quali furono E. Lévinas e il rabbino L. Askénazi (Manitou). Ha insegnato Lingua e Letteratura ebraica presso l'Università di Strasburgo prima di lasciare la Francia per Israele al tempo della Guerra dei Sei giorni. La sua carriera accademica è poi proseguita in Israele presso l'Università Bar-Ilan. La sua cospicua opera abbraccia la tradizione religiosa ebraica e il suo pensiero percorre la storia del popolo ebraico dalla Bibbia alla Shoah. Egli è autore di molti libri, oltre venti, e di centinaia di articoli. Questo libro, che raccoglie una serie di studi in gran parte pubblicati in francese o inediti, getta luce su aspetti decisivi e originali dell'opera di Neher: la complessità del suo metodo ermeneutico, la prospettiva midrashica caratteristica della cosidetta scuola di Parigi, la centralità teologica della nozione di Alleanza, l'universalismo e il particolarismo dell'amore, la vertigine come dimensione del suo pensiero, la tensione tra umanesimo ed elezione, la paradossale condizione (vissuta e tematizzata) dell'identità ebraica, la relazione dialettica tra Diaspora e terra di Israele in prospettiva messianica.