Come risvegliarsi dal torpore in cui è spesso immersa la vita spirituale? Come esporsi alla luce della grazia per uscire da una fede "sonnacchiosa" e non in grado di rivestire di senso quello che si vive, quello che si muove dentro e attorno a noi? La risposta è forse da cercare nell'incapacità di prestare al sole divino il cuore - cioè tutto quello che si è, la totalità del corpo, della "carne" - e non soltanto la testa, i pensieri. È quanto attesta la sapienza monastica che "da sempre gusta Dio con il corpo perché cadenza il tempo con il suono della campana e ordina lo spazio intorno al chiostro". Rifacendosi all'esperienza dei padri monastici, l'autore propone un itinerario per trovare nel cuore il proprio chiostro e la propria campana. Il libro consta di tre parti, di sei capitoli ciascuna; ogni capitolo è autonomo e compiuto in se stesso, così da poter leggere il volume a seconda delle esigenze del proprio itinerario spirituale. Completano il testo due appendici: la "Piccola Regola di vita" tratta dal Discorso ascetico di san Basilio Magno e indicazioni su: "Modo di pregare la Parola", "Esame di coscienza", "Esame serale".
Per Teresa d'Avila l'orazione è la porta del nostro castello interiore, nella cui stanza centrale siede in trono Cristo risorto. Pregare vuol dire varcare questa soglia ed entrare in un mondo da esplorare. Questo testo si rivolge a chi ha il desiderio di pregare e sente l'iniziale necessità di orientarsi. Nella prima parte l'Autore offre un breve commento ad alcuni brani del Nuovo Testamento che riguardano la preghiera, introducendo alla bellezza e alla peculiarità della preghiera cristiana. Nella seconda parte vengono suggerite alcune modalità di orazione consegnateci dalla tradizione spirituale della Chiesa, tra le quali, per esempio: il silenzio, la lectio divina, l'esame di coscienza.
Si tratta di un libro su san Paolo come maestro di vita spirituale. L'autore, attraverso tre passaggi che corrispondono ai tre capitoli: - Conoscersi in Cristo - Dimenticarsi per Cristo - Compromettersi con Cristo traccia un itinerario ispirato alle lettere di san Paolo che possa aiutare a diventare cristiani; dei cristiani pronti a tutto per il Vangelo. Ma il grande missionario del primo secolo è credibile come "padre spirituale"?, si chiede l'Autore. Non è forse questa una immagine inconsueta? Certamente nella Chiesa cattolica il Paolo maestro spirituale non ha avuto tanto seguito come nel cristianesimo orientale, anche se la sua riflessione sull'azione dello Spirito Santo non ha pari in nessun altro luogo del Nuovo Testamento. Al di là delle discussioni c'è la convinzione che l'Apostolo possa essere considerato tale per i suoi drammi interiori, profondi e mai banali, e per la sua inattaccabile fiducia nel Dio che perdona e che è contento di noi quando andiamo davanti a lui a mani vuote, senza pretese di giustizia.
In queste pagine l’Autore, con rara capacità, offre una attenta «lettura» dell’esperienza spirituale di Don Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina, racchiusa nel libro Donec formetur Christus in vobis..., cogliendone le linee essenziali e ricavandone una «rielaborazione intelligente», così da poterla porgere al lettore come invito persuasivo a entrare più profondamente nel cuore di questa eredità.
Don Alberione, come ebbe a dire Paolo VI nel 1969, «sempre intento a scrutare i “segni dei tempi”, cioè le più geniali forme di arrivare alle anime, ha dato alla Chiesa nuovi strumenti per esprimersi...» e compiere la sua missione nel mondo moderno.
Nella convinzione che le opere di Dio si fanno con gli uomini di Dio, a fondamento di una fervente e organizzata attività apostolica, il Beato Don Alberione ha posto – per lui e per i membri delle sue varie Istituzioni religiose – la sequela di Cristo MaestroVia,Verità eVita e una intensa vita spirituale.
L’Autore dedica queste pagine ai lontani, ai “vicini lontani”, ai “cristiani che vanno in chiesa solo a Natale”, a chi vorrebbe riavvicinarsi a una fede cui era stato iniziato da bambino ma che le vicissitudini della vita hanno allontanato. Pur ricco di continui rimandi scritturistici che tradiscono la profonda conoscenza teologica dell’Autore, il linguaggio scelto è amicale ed esperenziale e porta con sé il contributo della fatica e delle lotte interiori del vissuto particolare del servizio cui era impegnato don Giuseppe al tempo della gestazione del presente volume: cappellano in carcere. Scrive:“Posso raccontare quel che certi incontri mi hanno dato da pensare; incontri con chi vive una fede difficile o con chi non crede per niente, con chi si sente sconfitto dalla vita o dal male che non vuole, ma che non può fare a meno di compiere”.
Tre sono i nuclei tematici attorno a cui si sviluppano gli argomenti: Le cause della lontananza di Dio La scoperta del nuovo volto di Dio Il rapporto tra dolore e fede
Punti forti
Una scrittura immediata, che si avvale della freschezza del parlato, un dialogo con un amico che mette a nudo la propria ricerca interiore verso Dio Padre.
La grande onestà intellettuale e di fede dell’Autore.
Destinatari
Per i “cercatori di Dio”, per chi, pur allontanatosi dalla Chiesa, vorrebbe riavvicinarsi alla fede. Per chi opera in parrocchia, per chi segue gruppi di adulti desiderosi di riavvicinarsi alla Chiesa.
Autore
Giuseppe Forlai è specializzato in teologia dogmatica presso la Pontificia facoltà teologica Marianum di Roma. Ha unito all’impegno accademico (ha tenuto corsi di mariologia presso presso la Pontificia facoltà teologica San Bonaventura) un’intensa attività di catechesi e di predicazione. Dal 1999 al 2003 è stato cappellano negli istituti penitenziari di Roma. Oggi, come membro della famiglia paolina, è vicario parrocchiale presso la parrocchia di San Giovanni Crisostomo, Roma.