L’Autore dedica queste pagine ai lontani, ai “vicini lontani”, ai “cristiani che vanno in chiesa solo a Natale”, a chi vorrebbe riavvicinarsi a una fede cui era stato iniziato da bambino ma che le vicissitudini della vita hanno allontanato. Pur ricco di continui rimandi scritturistici che tradiscono la profonda conoscenza teologica dell’Autore, il linguaggio scelto è amicale ed esperenziale e porta con sé il contributo della fatica e delle lotte interiori del vissuto particolare del servizio cui era impegnato don Giuseppe al tempo della gestazione del presente volume: cappellano in carcere. Scrive:“Posso raccontare quel che certi incontri mi hanno dato da pensare; incontri con chi vive una fede difficile o con chi non crede per niente, con chi si sente sconfitto dalla vita o dal male che non vuole, ma che non può fare a meno di compiere”.
Tre sono i nuclei tematici attorno a cui si sviluppano gli argomenti: Le cause della lontananza di Dio La scoperta del nuovo volto di Dio Il rapporto tra dolore e fede
Punti forti
Una scrittura immediata, che si avvale della freschezza del parlato, un dialogo con un amico che mette a nudo la propria ricerca interiore verso Dio Padre.
La grande onestà intellettuale e di fede dell’Autore.
Destinatari
Per i “cercatori di Dio”, per chi, pur allontanatosi dalla Chiesa, vorrebbe riavvicinarsi alla fede. Per chi opera in parrocchia, per chi segue gruppi di adulti desiderosi di riavvicinarsi alla Chiesa.
Autore
Giuseppe Forlai è specializzato in teologia dogmatica presso la Pontificia facoltà teologica Marianum di Roma. Ha unito all’impegno accademico (ha tenuto corsi di mariologia presso presso la Pontificia facoltà teologica San Bonaventura) un’intensa attività di catechesi e di predicazione. Dal 1999 al 2003 è stato cappellano negli istituti penitenziari di Roma. Oggi, come membro della famiglia paolina, è vicario parrocchiale presso la parrocchia di San Giovanni Crisostomo, Roma.
La grazia giustificante irrompe nella vita di ogni essere umano in maniera inaspettata, per trasfigurare progressivamente la creatura a immagine dell’Uomo nuovo. In Maria di Nazareth l’irruzione della grazia accade fin dal concepimento, rendendola santa e immacolata, capace di rispondere all’invito del Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe.
Tutti i cristiani, anche i fratelli delle confessioni originatesi dalla Riforma, possono rimirare in Maria il paradigma e la manifestazione dell’iniziativa sovrana e misericordiosa del Dio di Gesù Cristo.
DESTINATARI
Sacerdoti, insegnanti e studenti di teologia.
L'AUTORE
Giuseppe Forlai è presbitero della diocesi di Roma. Ha conseguito il dottorato in teologia con specializzazione in mariologia presso la Pontificia Facoltà Teologica Marianum e in seguito ha studiato filosofia politica ed etica. Ha insegnato mariologia presso la Facoltà Teologica del Triveneto e la Pontificia Facoltà Teologica Seraphicum. Attualmente è docente di teologia dogmatica e teologia spirituale presso la Scuola di Teologia per Laici dell’ISSR Ecclesia Mater di Roma. È membro dell’Associazione Mariologica Interdisciplinare Italiana (AMI, Roma). Ha redatto le voci «Europa» e «Movimenti Ecclesiali» per il Dizionario di Mariologia (Edizioni San Paolo 2009).
Maria, profetessa del regno e custode della realtà storica dell'evento dell'incarnazione, si fa continuamente presente nella vita della comunità cristiana tramite una sorta di sinergia misteriosa con lo Spirito che tutto opera ed edifica. Anche le apparizioni mariane moderne sono il segno della cura fedele di Dio per la chiesa di oggi chiamata a smascherare l'apostasia silenziosa di «anticristi» e «ciarlatani del vangelo». La vicenda esemplare di Maria, allora, assume proprio questo significato: suscitare nei cristiani di oggi una fede intrepida e fortemente ancorata alla purezza del messaggio evangelico custodito dalla tradizione vivente della Chiesa.