Il papato è ancora un'istituzione valida o è ormai percepita come del tutto anacronistica? E soprattutto: esso è ancora riconosciuto a livello planetario, e non solo all'interno della stretta geografia cattolica, come indiscussa autorità morale? È ancora necessario che il Papa sia un capo di Stato con un regno di appena 44 ettari? E il papato non ha forse più che mai bisogno di una riforma che lo adegui alle necessità del tempo presente? Con questo saggio, acuto e documentatissimo, il vaticanista Francesco Antonio Grana entra nelle pieghe di una matassa intricata: la coesistenza fra due pontefici - uno emerito e uno regnante - ha aperto voragini nelle norme canoniche, evidenziando lacune rituali e formali che hanno dato libero sfogo a sgarbi istituzionali, scandali e opposte tifoserie. È evidente che le fazioni, quella progressista delusa per le mancate aperture del pontificato di Francesco, quella conservatrice che vuole un ritorno al regno ratzingeriano e quella bergogliana che, invece, vuole proseguire l'opera riformatrice del Papa latinoamericano, si stanno già organizzando per non farsi trovare impreparate nel momento in cui inizierà la Sede Vacante. Un futuro imprevedibile su cui si gioca la stessa sopravvivenza della cattolicità.
«Una vera e propria enciclica sulla e per la pace in Ucraina e in ogni altra parte della terra». Sono le parole con le quali Papa Francesco ha voluto introdurre il suo messaggio al mondo contenuto in questo libro, rivolgendosi a tutti gli uomini e alle donne di buona volontà, alla vigilia del primo Natale di «guerra totale» in Europa dopo il secondo conflitto mondiale. Con la collaborazione del vaticanista Francesco Antonio Grana, il Pontefice ha raccolto tutti i suoi appelli accorati, insistenti e ripetuti. Uno dopo l'altro, questi interventi richiamano l'attenzione al dovere di essere uomini e donne di pace, perché nessuno, in qualsiasi ruolo, può sentirsi assuefatto o indifferente davanti agli orrori della guerra. E se l'obiettivo è la "pace giusta", allora nessuno potrà esimersi dall'ammettere che il mercato delle armi deve essere fermato, che le ingiustizie sociali vanno superate, che le differenze culturali non possono diventare motivo di odio e che la minaccia di un conflitto nucleare non può essere posta, in nessun caso, sul tavolo delle trattative. La guerra è una strada di morte che illude soltanto alcuni di essere vincitori, perché con essa siamo tutti sconfitti.
Da A come acqua a Z come zaffiro. Si susseguono in questo - come in un abbecedario - le più importanti parole bibliche introdotte e spiegate con semplicità e acuta conoscenza delle Scritture. Un'attenta esegesi dedicata a chi si accosta per la prima volta al testo biblico e che non si limita ad affrontare gli aspetti tecnico-eruditi, ma rintraccia le valenze spirituali e le ricadute sulla vita dei credenti.
Nel 1999 usciva in Italia "Lo scisma sommerso" del filosofo Pietro Prini. Un caso editoriale, che denunciava la distanza fra la dottrina ufficiale della Chiesa e le coscienze vive dei fedeli, in particolare su temi scottanti quali sessualità, bioetica, valore della confessione, accoglienza di culture diverse, dannazione eterna, peccato. A distanza di oltre vent'anni una teologa e un giornalista esperto di temi ecclesiali si avventurano in una inchiesta senza infingimenti nella vita della Chiesa cattolica di oggi, alle prese con le sue diverse "anime scismatiche" e con un "fattore modernità" che ha reso ormai palesi le tante contraddizioni, le divaricazioni, le ipocrisie e i conflitti. Le questioni in gioco - che emergono dalla miriade di fatti raccontati - sono molteplici: dalle difficoltà di ascolto autentico della vita dei credenti all'esaltazione del devozionalismo, dalla solitudine dei sacerdoti allo scandalo delle vocazioni forzate, dalla discriminazione di genere all'oblio dell'ecumenismo, dal Dio che punisce con la pandemia all'ossessione del demonio, dai conflitti di potere alle sfide della comunicazione della fede, dalle posizioni conservatrici nostalgiche della messa tridentina a quelle iper-progressiste deluse dalle lentezze della riforma bergogliana. Per gli autori, parlare di "scisma emerso" significa allora portare alla luce questi "punti di divisione": «Di fronte al Vangelo ci troviamo tutti come in una stanza in cui improvvisamente si accende una luce. Tanto vale guardare come siamo disposti, come ci collochiamo, come reagiamo. Per poi muoverci, là dove quella luce ci fa strada».
Alzheimer spirituale, conversione ecologica, cultura dello scarto, desertificazione spirituale, globalizzazione dell'indifferenza, psicologia della tomba, rivoluzione della tenerezza: sono solo alcune delle espressioni del papa argentino raccolte e spiegate in questo dizionario. Nel 1999 - quando era vescovo di Buenos Aires - Bergoglio mise in guardia dal processo di svuotamento delle parole, che non hanno più peso, se non si fanno carne: «C'è un'inflazione di parole. Viviamo in una cultura nominalista. La parola ha perso peso, è cava». Francesc Torralba recupera - nella loro forza e radicalità - le locuzioni più pregnanti e originali, quelle che scandiscono i concetti portanti di un magistero petrino che non vuole mettersi in cattedra, ma piuttosto intrecciare relazioni con un mondo ormai scristianizzato. Ogni voce è corredata da una scelta di testi - stralci di discorsi, interviste, documenti ufficiali, omelie - in cui traspaiono immagini simboliche e gesti peculiari, idee e principi di un grande uomo di Dio, in cui il prossimo è sempre presente.
Dove nasce Dio, nasce un canto di speranza: il canto dei piccoli, dei poveri, dei fragili e degli impauriti. Al termine di un anno difficile per il mondo intero, le parole di Buon Natale di papa Francesco invitano tutti - credenti e non credenti - a fermarsi davanti al Bambino di Betlemme, a lasciare che l'intimo si trasformi e a non aver paura della gioia e delle lacrime. La terra è di nuovo sconvolta da guerre e malattie, ma Francesco non cessa di rivolgere agli uomini e alle donne di buona volontà - che sperano e lavorano per un mondo migliore - l'esortazione a lasciarsi accarezzare da Dio, dal momento che «le carezze di Dio ci danno pace, forza e desiderio di cambiare». Perché forse è questo il senso più autentico del Natale: ascoltare una musica che cambia il cuore.
«Meno non significa affatto decrescere. Vuol dire arretrare, questo sì: nell'indifferenza, nell'individualismo, nella conflittualità, nella bulimia del consumismo e della ricchezza. Ma per essere più. Più civili, più realizzati, più umani, più felici. Sì, meno è di più. Occorre creatività, e anche un po' di follia, occorre essere affamati di futuro. E tutto questo, non è forse proprio nelle corde della iniziativa The economy of Francesco?» (Francesco Antonioli). Con l'iniziativa The economy of Francesco, papa Bergoglio ha convocato ad Assisi cinquecento giovani economisti e imprenditori sotto i 35 anni, invitati a scrivere un "patto" per cambiare l'attuale economia e dare un'anima all'economia di domani. Occorre correggere i modelli di crescita incapaci di garantire il rispetto dell'ambiente, l'equità sociale, la dignità dei lavoratori, i diritti delle generazioni future. Questo libro è una provocazione. Ricco di spunti e di originali suggestioni, apre uno sguardo sul significato dei valori e delle spinte ideali per la vita economica. Ma lo fa ritornando all'antico, a due santi carismatici, a due manager ante litteram, inventori di prototipi finanziari e di organizzazione aziendale a cui si ispira la nuova "economia civile", una teoria che è responsabilizzante e parla a tutta la società: alle imprese, ai consumatori, ai decisori pubblici.
"Querida Amazonia, Cara Amazzonia", è - per contenuto, forma semplice e linguaggio chiaro - un messaggio rivolto a tutte le persone di buona volontà in cui papa Francesco ha voluto raccogliere le risonanze che il Sinodo speciale per la regione Pan-Amazzonica ha evocato nel suo cuore di uomo e di Pontefice. Con straordinario stile profetico il Papa condivide quattro grandi sogni: che l'Amazzonia lotti per i diritti dei più poveri, che difenda la sua ricchezza culturale, che custodisca gelosamente il suo patrimonio di bellezza naturale, che infine le comunità cristiane siano capaci di impegnarsi e di incarnarsi in quella terra sfruttata e violentata. In Querida Amazonia si apre, dunque, un vero e proprio orizzonte educativo e pastorale spalancato sul futuro del mondo e della Chiesa, un progetto che non potrà fare a meno di accogliere le istanze contenute nel Documento Finale del Sinodo che il Papa invita a leggere, diffondere e meditare. Entrambi i documenti - Esortazione Apostolica e Documento Finale del Sinodo - sono introdotti e commentati da una dettagliata "guida alla lettura" a firma del teologo italiano esperto di ecologia integrale: Giuseppe Buffon ofm.
Nella voce forte e consolante di papa Francesco si staglia nitido il vero significato del presepe e il buon augurio della pace. Attesa, nascita, dono, perdono..., ma anche luce, culla, stelle, pastori, re Magi. Sono il "buon Natale" di papa Francesco, che invita tutti a fermarsi davanti al Bambino di Betlemme, a lasciare che il cuore si trasformi e a non aver timore della gioia e delle lacrime. Bergoglio parla di tenerezza e della capacità di Dio di penetrare l'animo umano attraverso il tocco lieve dell'amore. Francesco non si stanca di rivolgere agli uomini e alle donne di buona volontà l'esortazione a lasciarsi accarezzare dallo Spirito, dal momento che «le carezze di Dio ci danno forza e desiderio di cambiare». Perché è proprio questo l'auspicio più grande della Notte Santa. Ed è questo il senso più vero del Natale. Una meditazione appassionata sul mistero gioioso del Natale e sul fascino delle sue antiche radici.
L'Esortazione apostolica postsinodale, nella sua forma di Lettera «ai giovani e a tutto il popolo di Dio», è - per contenuto, forma semplice e linguaggio chiaro - un messaggio rivolto a tutte le generazioni, che può essere letto anche da coloro che si sentono lontani dalla Chiesa, ma sono interessati al tema cruciale della questione giovanile nel mondo globalizzato e digitale. Frutto delle ricche discussioni della XV assemblea generale del Sinodo dei vescovi, il testo mette al centro il tema della giovinezza come età preziosa non solo per chi la vive, ma per la società, la Chiesa e tutte le istituzioni chiamate ad accoglierla, accudirla ed educarla. Nella Lettera il Papa ha parole molto critiche nei confronti degli adulti, che non cercano o non riescono più a trasmettere i valori fondanti dell'esistenza, assumendo stili giovanilistici e rovesciando il rapporto tra le generazioni; ci sono anche forti richiami alla Chiesa, che deve lasciarsi interrogare dalla crescente disaffezione che i ragazzi mostrano nei suoi confronti. In Christus vivit papa Francesco consegna un vero e proprio programma educativo e pastorale, un progetto che dovrà spronare tutti - giovani, adulti e anziani - a colmare quel vuoto di testimonianza umana e cristiana oggi sempre più dilagante.