La tenerezza, la carezza di Dio: sono le espressioni che ritornano più volte in questi discorsi e scritti che, in occasione del Natale, il cardinale Bergoglio rivolge al suo popolo di Buenos Aires. Un invito a ridestare nel cuore lo stupore davanti alla promessa che quel bambino, il figlio, sarà compagno nel cammino, sarà sempre accanto a ogni uomo per lenire il dolore delle sue piaghe. L'annuncio di un Dio vicino, che «si innamora della nostra piccolezza, che si fa tenerezza per accarezzarci meglio».
Anche questo nuovo libro di Francesca Rigotti, come il precedente "La filosofia delle piccole cose", "aiuta a reimparare l'esercizio smarrito di riconoscere il significato delle cose che la cultura egemone ha decretato insignificanti" (come ha scritto Gaspare Barbiellini Amidei sul "Corriere della Sera"). Partendo da spunti quotidiani legati al tema e alle parole delle "piccole cose" del Natale, come i regali, i dolci, il pupazzo di neve, il presepe, la candela, la renna o i canti, ma anche Babbo Natale, l'autrice che vive in Germania, insegna nelle università di Lugano e Zurigo - propone un esercizio fra sapere, intuizione e riflessione adatto a questo particolare periodo dell'anno. Così "in questo momento in cui assistiamo allo sviluppo immateriale e virtuale dell'informazione, ben venga l'albero a ricordarci la concretezza della materia e la presenza dura delle cose".