Di fronte a una nuova edizione di questo "povero libretto", come lo battezzò sul nascere il suo grande autore Francesco di Sales, ci pare più che giustificata la domanda che si fa Andrè Ravier, insigne studioso del santo dottore: "Le edizioni continuano... dal 1608. Cosa c'è dunque in questo libro che affascina i nostri cuori e i nostri spiriti, pur in una società così diversa da quella del XVII secolo?".
Il segreto di questa piccola opera: condurre alla perfezione dell'amore con amore, camminando a passo d'uomo, nella concretezza, nella realtà quotidiana, con la logica stessa di un cammino.
Lo stile colloquiale mette il lettore a proprio agio, quasi stesse in ascolto di un suadente direttore spirituale che legge nelle pieghe più nascoste dell'anima e ne evoca i richiami dello Spirito. L'intuizione del maestro lo sollecita a uscire dalla solitudine, dal dubbio, e ad avviarsi con naturalezza, senza traumi, verso orizzonti soprannaturali.
Un documento prezioso che ci permette di entrare in contatto con il grande vescovo di Ginevra e con la sua spiritualità, partendo da due fondamentali punti fermi intorno a cui si articola la sua dottrina: scoprire il senso dell'esistenza e decidersi radicalmente per il bene. Le lettere contenute in questa raccolta sono rivolte in prevalenza a Giovanna di Chantal, fondatrice della congregazione della Visitazione della Signora, ma ci sono anche lettere indirizzate a famiglie, a donne che rivestivano ruoli pubblici. Volume curato da A. Ravier.
In questi dialoghi emergono in modo equilibrato e vivace i nodi essenziali del progetto spirituale di Francesco di Sales, dove il riferimento alla ricchezza della tradizione si coniuga con le istanze della modernità: la carità come culmine e criterio della perfezione cristiana, l'invito ad abbandonarsi interamente alla volontà di Dio, l'individuazione puntuale degli ostacoli che impediscono o rallentano la crescita umana e cristiana.
«Le edizioni continuano... dal 1608. Cosa c'è dunque in questo libro che affascina i nostri cuori e i nostri spiriti, pur in una società così diversa da quella del XVII secolo?». Tentiamo di rispondere - scrive il curatore -, ma solo per invitare chi non lo conoscesse a scoprire un tesoro che nessuna epoca ha trovato estraneo alla propria problematica spirituale. Quest'opera, infatti, è diretta esclusivamente al cuore dell'uomo che non ha riposo se non in Dio. Scritta da Francesco di Sales, prima nella forma di appunti con consigli e suggerimenti poi rielaborata e ripresentata, è la prima opera che ha dato al laicato cattolico lineamenti per una spiritualità e un apostolato propri. «Io intendo offrire i miei insegnamenti», scrive san Francesco, «a quelli che vivono nelle città, in famiglia, (...) in mezzo agli altri».
La Filotea è l'opera che dà al laicato cattolico i primi lineamenti della sua spiritualità e del suo apostolato. "Quasi tutti coloro che hanno trattato della devozione si sono interessati di istruire persone separate dal mondo, o perlomeno, hanno insegnato un tipo di devozione che porta a questo isolamento. Io intendo offrire i miei insegnamenti a quelli che vivono nelle città, in famiglia, a corte, e che, in forza del loro stato, sono costretti dalle convenienze sociali, a vivere in mezzo agli altri". Questo scriveva Francesco di Sales nel 1608. Con la concretezza di un esperto direttore spirituale, con lo stile confidenziale di un padre, con la dolcezza dell'asceta che crede nella forza dell'agostiniano "ama e fa ciò che vuoi", l'autore conduce alla perfezione dell'amore con amore.