"Tempo fa mi è capitato tra le mani questo libro. Con cosa avessi a che fare l'ho capito dopo un po', man mano che ogni pagina mi strappava il sorriso, e alla fine, quando mi sono scoperto commosso nonostante i dialoghi irresistibili e le risate. Il protagonista della storia è un buffo ragazzo, tenero e insopportabile insieme. Uno convinto di picchiare duro, ma che finisce steso in due secondi nel cortile della scuola; che straparla e non piange mai, nascondendo sogni e fragilità dietro un'irriducibile arroganza, pur continuando a buscarle ogni giorno dalla vita, e perfino da Chiara, la ragazza bella e inaccessibile di cui s'innamora. Uno così o lo ami o lo odi, e io l'ho amato, questo sedicenne protagonista di un romanzo in cui ho ritrovato tutta la gloriosa tradizione dei perdenti di talento, dal "Giovane Golden" ai personaggi di John Fante, col loro immancabile campionario di lividi. Ecco dunque che c'è un padre - "il Capo" - quasi alcolista; e c'è la "Foca Monaca", ubbidiente e grigiastra sorella timorata di Dio. Quanto alla madre, è scappata col tizio della stazione di servizio. La periferia torinese di fine anni Ottanta e il Muro di Berlino che crolla, insieme a un gioco di rimandi pop e cinematografici e a una scrittura esilarante quanto aggressiva nel suo realismo, fanno da sfondo a questo esordio: la prova che la narrativa italiana si muove, in direzioni nuove, inaspettate e potenti." (Giuseppe Genna)
Dopo il successo di Mia sorella è una foca monaca, Christian Frascella ritorna con un romanzo divertentissimo e tenero, un po' favola, un po' commedia, un po' noir, la storia dell'iniziazione all'adolescenza di sette dodicenni in un'estate indimenticabile che segnerà per sempre la loro vita. Da Mia sorella è una foca monaca - 40.000 copie vendute, secondo classificato al Premio Viareggio e vincitore del Premio John Fante, Zocca, Insula Romana e Massarosa 2009 - sarà tratto il film firmato da Fausto Brizzi e Marco Martani (autori, tra gli altri, di Ex e di Notte prima degli esami).
Estate del 1985, un paesino del Centro Italia. Sette amici inseparabili decidono di rapinare una banca. Hanno 12 anni e le idee molto chiare. Basta mettere il sonnifero nel caffè della guardia giurata - dice Billo, il capo - e diventiamo tutti ricchi! Non è convinto Ranacci, il bastian contrario del gruppo, spiccicato a suo padre, sindacalista di sani principi che non si vende mai; sarà per questo che vivono nella miseria più nera, pensa Corda; ma Corda è ricco - rimugina Gorilla - che ne sa lui!, suo padre è avvocato e gli compra tutto ciò che vuole, anche se ogni tanto, se appena si azzarda a rincasare con un minuto di ritardo, lo chiude a chiave nella "stanza del lumino" e ce lo tiene per ore, a chiedere perdono. È perplesso anche Cecconi, ma a tranquillizzare gli animi ci pensa come sempre Fostelli, con la sua voce da adulto che si fa ascoltare senza sforzo. Alla fine è d'accordo perfino Lonìca, e sì che non è mai stato un cuor di leone, lui, anche se da grande sogna di fare il pugile e prende lezioni alla palestra di Zio Botta. Sembra fatta, ma il brancaleonesco esordio "criminale" del gruppo è anticipato d'un soffio da una rapina vera, con banditi e pistole vere, che dà il primo brusco scossone all'ammorbante quiete estiva della cittadina. Ma è solo un assaggio, il primo lampo della tempesta destinata a scatenarsi quell'estate, già annunciata da un sussurro che corre sulla bocca di tutti, da una voce che si diffonde, un pensiero che trova sbocco in una frase di paura: il Messicano è tornato. Nessuno sa perché fosse sparito, anni prima, proprio quando, nemmeno ventenne, era già il re della città e ogni traffico più o meno illecito passava per le sue mani. La fantasia dei sette ragazzini e dell'intero paese si accende e trema al riapparire di questa figura leggendaria, sorta di Uomo Nero della cui esistenza i più giovani già iniziavano a dubitare, come fosse nient'altro che un sogno collettivo, un'evanescente presenza partorita dal folclore locale. In quella strana estate, mentre scoppia perfino la temuta guerra tra il Parco dei Piccoli e quello dei Grandi, Billo, Corda, Gorilla e gli altri vengono travolti da un'inesorabile catena di eventi comici e tragici insieme, fino a guadagnare la soglia di un'adolescenza nuova e misteriosa, alla quale tutti dovranno cedere qualcosa.
"Tempo fa mi è capitato tra le mani questo libro. Con cosa avessi a che fare l'ho capito dopo un po', man mano che ogni pagina mi strappava il sorriso, e alla fine, quando mi sono scoperto commosso nonostante i dialoghi irresistibili e le risate. Il protagonista della storia è un buffo ragazzo, tenero e insopportabile insieme. Uno convinto di picchiare duro, ma che finisce steso in due secondi nel cortile della scuola; che straparla e non piange mai, nascondendo sogni e fragilità dietro un'irriducibile arroganza, pur continuando a buscarle ogni giorno dalla vita, e perfino da Chiara, la ragazza bella e inaccessibile di cui s'innamora. Uno così o lo ami o lo odi, e io l'ho amato, questo sedicenne protagonista di un romanzo in cui ho ritrovato tutta la gloriosa tradizione dei perdenti di talento, dal "Giovane Golden" ai personaggi di John Fante, col loro immancabile campionario di lividi. Ecco dunque che c'è un padre - "il Capo" - quasi alcolista; e c'è la "Foca Monaca", ubbidiente e grigiastra sorella timorata di Dio. Quanto alla madre, è scappata col tizio della stazione di servizio. La periferia torinese di fine anni Ottanta e il Muro di Berlino che crolla, insieme a un gioco di rimandi pop e cinematografici e a una scrittura esilarante quanto aggressiva nel suo realismo, fanno da sfondo a questo esordio: la prova che la narrativa italiana si muove, in direzioni nuove, inaspettate e potenti." (Giuseppe Genna)