L’autore, abate di Cava dei Tirreni, fonda il suo approccio alla Scrittura distinguendo tra Libro e Parola, tra Scrittura e Verbo. Anche i lettori: alcuni si fermano al Libro, altri raggiungono la Parola; i primi ricercano la scienza del Libro, i secondi la pienezza del Verbo che si raggiunge attivando l’amore. Ne nasce il monito a non accogliere la lettera biblica, intendendola unicamente secondo la scienza. Quanti «ricercano le Scritture ma non le amano e osano parlarne riferendosi all’esterno di esse, senza gustarne interiormente il sapore», vanno riconosciuti come reprobi. Da qui non soltanto l’elogio, ma la raccomandazione pressante a riconoscere come fedeli fruitori del Verbo soltanto coloro che, comunicando la Parola ai fedeli, «l’ascoltano e se ne saziano». Ogni fedele, grazie alla frequentazione della Parola, viene inondato dalla meravigliosa dolcezza dell’amore che porta alla conoscenza più profonda dei segreti nascosti nelle Scritture ispirate. Punto di arrivo di questa mistagogia è il dono della contemplazione, che sfocia nella predicazione intesa come vero e proprio parto della Parola. Fino a poco tempo fa attribuita a Gregorio Magno per l’acutezza della riflessione teologica e la passione dello slancio mistico, quest’opera è un vero monumento dell’esegesi medievale e una straordinaria guida per il credente in cammino verso la contemplazione.
Ci sono tanti modi di accostarsi ai Padri della Chiesa e altrettanti sono i modi di giudicarli. Questo volume riesce non soltanto a far conoscere culturalmente i Padri della Chiesa, ma anche a farsi contagiare dal loro modo di accostarsi al testo biblico.
San Gregorio Magno, in particolare, ha fatto scuola per tutte le generazioni successive di credenti occidentali nell’approccio alla Scrittura. Basti ricordare alcune delle sue massime più felici:“Le parole di Dio lievitano in parallelo con la crescita di chi le accosta” oppure:“Possiamo trovarci fuori dal tempo in cui sono avvenute le cose descritte dai libri ispirati, ma non fuori dal mistero in essi contenuto”. Egli è riuscito a rendere popolare la convinzione agostiniana che scopo di tutte le Scritture ispirate è quello di rendere l’uomo stesso una Scrittura vivente. Da cui la bellissima massima: Viva lectio vita honorum, cioè leggere la vita stampata sul volto dei buoni è come leggere la Scrittura ispirata divenuta vita.
Il volume di I. Gargano si struttura seguendo alcuni fatti emblematici del vangelo di Giovanni, quali, ad esempio, la chiamata dei primi discepoli, l'incontro con Nicodemo, quello con il cieco nato, l'apparizione ai discepoli, la guarigione di Lazzaro e la vita nuova (Chi crede in me avrà la vita eterna, Gv 11,1-45).Una caratteristica dell'evangelista Giovanni è quella di proporre quasi sempre un itinerario del credente alla ricerca della verità. Ricerca di verità che conduce all'incontro con il Vivente.Il contatto e l'incontro con il Dio vivo - nella Scrittura, nella liturgia, nella comunità ecclesiale - coinvolge, in modo sorprendentemente nuovo, tutto, ridonando un senso diverso agli eventi, anche quando sembra che continuino a parlare di morte.