Ci sono tre Italie: quella dei retori, quella dei denigratori, quella vera. L'Italia vera è vista da un travet del Prenestino, popolare quartiere romano: Cesaretto Mericoni, uno dei tanti, uno di noi, uno che guarda con i propri occhi, giudica con la propria testa, e vede le cose come stanno. Cos'è il Belpaese? Un manicomio, un luna park, un circo equestre, una discarica a cielo aperto, una camera a gas. È, soprattutto, un bordello senza una maîtresse. L'Italia, dove - citando Ennio Flaiano - «la linea più breve fra due punti è l'arabesco», sta in piedi perché non sa da che parte cadere. Non funziona più niente e, se qualcosa sventuratamente funziona, provi un tale sconforto che preferiresti non funzionasse. Cesaretto vede e giudica i politici, indegni di esercitare un potere spesso usurpato, uomini forse anche intelligenti, ma non abbastanza per dimostrarlo... Cesaretto, che per sua e nostra fortuna non è un politologo, racconta, attraverso un amico agente della CIA, l'Italia a Donald Trump, che finalmente la capisce. E capisce gli italiani, un popolo furbo e fantasioso, ma senza carattere, senza senso civico, che dà il meglio di sé più nelle disgrazie che nella buona fortuna.
"La vita senza cinismo sarebbe un tartufesco piagnisteo. Il cinismo te la fa vedere in faccia, con le sue rughe, le sue pieghe, le sue piaghe. Il cinismo non fa sconti a nessuno, neppure ai cinici che lo predicano e lo praticano. Il cinico non ti illude, non ti infonde fallaci speranze. Ti mostra le cose come sono. Il cinismo fa cadere le maschere dell'ipocrisia, delle pose senza sostanza e delle pretese senza fondamento. T'insegna a giudicare gli altri e a capirli. A sbugiardarli e a infliggergli il giusto castigo. Il cinico sa come andrà a finire, a differenza del fanatico, vittima di chimere, dogmi, pregiudizi. Il cinico è l'antibuonista, il quale sa che il mondo è una valle di lacrime e non crede al regno di Saturno e di Bengodi. Se ti deve pugnalare, ti pugnala al petto lealmente. A differenza del buonista, che ti pugnala alle spalle dopo averti abbracciato. Che si avvicina a te per colpirti meglio. Solo lui piange lacrime di coccodrillo sul tuo sangue. Lacrime 'politicamente corrette'". Questo libro è un corso in forma di aforismi, un breve corso di educazione cinica. Le materie sono varie e a frequenza libera: psicologia femminile, religione, antropologia (di casa nostra), economia, educazione sentimentale, medicina del corpo e dell'anima... Il diploma finale è tanto simbolico quanto prezioso: imparare a godersi la vita così com'è.
L'Italia: un Paese che sta in piedi perché non sa da che parte cadere. Un Paese dove le maschere hanno sostituito i volti. Dove "la legge è uguale per tutti", ma non tutti sono uguali davanti alla legge. Un Paese dove d'insormontabile ci sono solo i cavilli. Un Paese di fedeli "praticanti", non di credenti. Un Paese che crede nei santi solo se gli fanno il miracolo. Un Paese dove quel che è pubblico, non è di tutti: è degli altri. Un Paese dove la dietrologia è un bene di prima necessità. Un Paese che vive alla giornata in attesa di passare la nottata. Un Paese di furbi che trovano sempre qualcuno più furbo che li fa fessi. Un Paese dove non è tanto la serietà dei problemi che preoccupa, quanto la mancanza di serietà di chi dovrebbe risolverli. Un Paese diretto da una classe politica senza classe. Un Paese, come diceva Longanesi, dove si è "estremisti per prudenza". Un Paese anarchico, conformista e trasformista. Il Paese di Arlecchino, Pulcinella, Fregoli, Pinocchio, Bertoldo, Maramaldo, Cagliostro. Un Paese di furbi e furbetti, che tirano l'acqua al proprio mulino, infischiandosene degli "interessi generali", che saranno anche "caciocavalli appesi", ma senza i quali un Paese rischia la deriva e il naufragio. Un Paese poco serio, ma creativo, fantasioso, intelligente, maestro nell'arte di arrangiarsi, versione bizantina e levantina del pragmatismo sassone.
Un Paese dove è più facile sopravvivere che vivere. Ma un Paese, un'Italia, che non si può non amare.
Come impedire che lo Stivale zoppo perda il tacco, la tomaia, la suola? Facendo il proprio dovere e bene fino in fondo. Ripristinando i valori e le gerarchie fondate sul merito. Dicendo basta ai marpioni, ai tromboni, ai fighetti in blazer e parrucchino che dettano legge dopo aver violato la più elementare: quella della decenza.