Tra i maestri indiscussi del pensiero sociologico, Durkheim ha esercitato una profonda influenza anche su molte altre discipline, dall'antropologia alla storia, dall'economia politica alla linguistica. L'autore fornisce le chiavi di accesso all'opera e al pensiero di Durkheim, collocandoli nel loro contesto storico, passandone in rassegna le tappe principali, dipanandone il filo conduttore, discutendone criticamente gli esiti.
Testo di riferimento a livello internazionale, il manuale tratta i fondamenti costitutivi della sociologia secondo un approccio che privilegia l'intreccio costante tra le dimensioni micro e macro, e in una prospettiva comparata attenta alle caratteristiche peculiari delle società europee nel quadro globale. La nuova edizione, ampiamente aggiornata anche nell'adattamento al contesto italiano, si arricchisce di due nuovi capitoli, uno su città e vita urbana, l'altro sul corso di vita.
Il manuale tratta i fondamenti costitutivi della sociologia secondo un approccio che privilegia l'intreccio costante tra le dimensioni micro e macro, e secondo una prospettiva comparata attenta alle caratteristiche peculiari delle società europee nel contesto globale. Questa nuova edizione è ampiamente aggiornata, anche nell'adattamento al contesto italiano.
Nell'epoca contemporanea una serie di profondi cambiamenti ha investito i rapporti affettivi ben oltre il terreno privato e la sessualità è stata considerata un potenziale spazio di libertà, fuori dalle restrizioni della civiltà contemporanea. A che punto è oggi la "rivoluzione sessuale"? Per esplorare le trasformazioni dell'intimità avvenute nelle società moderne, alle quali le donne hanno contribuito in misura fondamentale, occorre risalire alla nascita dell'amore romantico alla fine del Settecento. Ma se l'ethos romantico presupponeva una forte asimmetria nella coppia e una soggezione domestica delle donne, quella che sembra delinearsi oggi è la possibilità di una "relazione pura", basata sulla parità sessuale, sentimentale ed emozionale. Una ristrutturazione della sfera intima in cui risulta centrale ciò che Giddens definisce "sessualità duttile", vale a dire eccentrica, libera dai vincoli della riproduzione, dalla fallocrazia, dagli stereotipi di genere, fondata sull'autonomia della persona e non necessariamente orientata alla monogamia e alla stabilità. In quanto negoziazione di legami interpersonali da parte di eguali, l'intimità diventa allora una vera e propria esperienza di democrazia, capace di impatto "sovversivo" anche sul sistema sociale.
Con una nuova introduzione di Michele Salvati, si ripropone qui uno dei testi che hanno segnato il dibattito sul ripensamento della politica nel mondo globalizzato. Giddens si interroga sui caratteri e sul ruolo che deve avere oggi una politica radicale, dopo il declino della prospettiva socialista e il progressivo svanire dei profili tradizionali della destra e della sinistra. Alla crisi di un mondo che ha sfidato i limiti dell'ordine naturale e sociale è possibile rispondere soltanto con una politica che vada oltre contrapposizioni ormai fuori corso, e che, attingendo dal conservatorismo filosofico alcuni principi di base (protezione, conservazione, solidarietà), li metta al servizio di obiettivi appartenenti al patrimonio tradizionale della sinistra: la liberazione, l'emancipazione, l'uguaglianza.
Anthony Giddens, fra i maggiori sociologi del nostro tempo, ha insegnato nell'Università di Cambridge ed è stato direttore della London School of Economics. Le sue opere edite dal Mulino sono: "Le conseguenze della modernità" (1994), "Durkheim" (1998), "Il mondo che cambia" (2000), "La trasformazione dell'intimità" (1995) e "Fondamenti di sociologia" (2006).
Nell'epoca contemporanea una serie di profondi cambiamenti ha investito i rapporti affettivi ben oltre il terreno privato e la sessualità è stata considerata un potenziale spazio di libertà, fuori dalle restrizioni della civiltà contemporanea. A che punto è oggi la "rivoluzione sessuale"? Per esplorare le trasformazioni dell'intimità avvenute nelle società moderne, alle quali le donne hanno contribuito in misura fondamentale, occorre risalire alla nascita dell'amore romantico alla fine del Settecento. Ma se l'ethos romantico presupponeva una forte asimmetria nella coppia e una soggezione domestica delle donne, quella che sembra delinearsi oggi è la possibilità di una "relazione pura", basata sulla parità sessuale, sentimentale ed emozionale. Una ristrutturazione della sfera intima in cui risulta centrale ciò che Giddens definisce "sessualità duttile", vale a dire eccentrica, libera dai vincoli della riproduzione, dalla fallocrazia, dagli stereotipi di genere, fondata sull'autonomia della persona e non necessariamente orientata alla monogamia e alla stabilità. In quanto negoziazione di legami interpersonali da parte di eguali, l'intimità diventa allora una vera e propria esperienza di democrazia, capace di impatto "sovversivo" anche sul sistema sociale.
Il termine "globalizzazione" si spreca ormai nei giornali e alla TV, nei discorsi dei politici, nelle analisi più fini come pure nella vulgata più superficiale. E tuttavia è da qui che Giddens trae spunto per offrire una lettura originale delle trasformazioni in atto nella nostra esistenza, che mette in relazione il macro con il micro, la dimensione economica e politica con la vita intima dei singoli. Nazione, famiglia, lavoro, natura e tradizione non sono più quello che erano un tempo. Il nuovo mondo ha bisogno di più governo e di una nuova decisionalità, che sappia trasferire dal privato al politico quella che Giddens chiama "democrazia delle emozioni".
Giddens nega l'avvento di un'epoca sedicente "postmoderna", al contrario quella che stiamo vivendo è una fase di radicalizzazione estrema della modernità, nella quale, da un lato, sono enormemente cresciute le opportunità di un'esistenza sicura, dall'altro sono aumentati di pari passo i rischi e i pericoli del "lato oscuro" della modernità. Nel suo schema ogni cosa si accompagna così al suo ambiguo doppio: la conoscenza aumenta, ma niente è certo e tutto può essere rivisitato; la globalizzazione dei fenomeni allenta i vincoli con lo stato nazionale, ma alimenta il sorgere di sentimenti nazionalistici locali. Questi fenomeni sono prodotti dalla contemporanea trasformazione della soggettività e dall'organizzazione sociale mondiale andatasi modificando.