Il volume contiene due opere del Crisostomo: il Commento a Isaia, opera esegetica, e le Omelie su Ozia, espressione dell'attivita di predicazione.
La particolare predilezine di Crisostomo per la figura e il pensiero di san Paolo trova ampia espressine in questi sette discorsi pronunciati in sua lode.
L'opera rivela la profonda sintonia spirituale che Crisostomo sentiva intercorrere tra se e Paolo, la cui figura e i cui scritti sono spesso presenti nelle opere del vescovo di Costantinopoli.
Il volume riunisce due opuscoli appartenenti al corpus asceticum di Giovanni Crisostomo. Essi trattano e contrastano un fenomeno presente nei primi secoli del cristianesimo, vale a dire la coabitazione di monaci o asceti con donne vergini. In un'epoca in cui non era ancora diffuso un monachesimo cenobitico regolare e organizzato, poteva accadere che uomini e donne decidessero di dedicare la propria vita a Dio in preghiera, ascesi e castità, vivendo insieme per beneficiare di assistenza reciproca e soccorso vicendevole. Tuttavia, per i sospetti di immoralità cui poteva dar adito e per lo scandalo che poteva procurare, tale fenomeno nel cristianesimo antico fu spesso considerato con grande sfavore. Con i due opuscoli - il primo indirizzato agli asceti, il secondo alle vergini - il Crisostomo si inserisce in una polemica già viva e ben nota ai suoi tempi, trattata da autori ecclesiastici e recepita da molti concili, consegnandoci i testi più organici e specifici che sull'argomento ci abbia lasciato il cristianesimo antico.
In un'epoca di grande instabilità sociale l'autore si preoccupa dell'ingiusta distribuzione dei beni fra ricchi e poveri e si fa promotore di un ambizioso progetto di trasformazione della città, alla luce della testimonianza evangelica.