L'unico commentario evangelico integrale e sistematico redatto da Girolamo. Il Commento a Matteo è un testo unico, poiché costituisce, nella produzione di Girolamo, il solo commento integrale e sistematico di uno scritto evangelico. Prerogativa di quest'opera, dalla quale sempre traspare il tema della chiamata delle genti, è la scelta programmatica per un'esegesi letterale, che solo sporadicamente si apre alla riflessione allegorica. Il volume presenta il testo latino di D.Hurst e M.Adriaen rivisto dal curatore, la traduzione italiana e un commento, che illustra le allusioni al patrimonio esegetico precedente e rimarca i tratti di originalità delle interpretazioni geronimiane, mettendone in luce le connessioni con le polemiche contingenti.
«Abbiamo cominciato l'opera dei dodici profeti e, con l'aiuto di Cristo, la finiremo» (Girolamo, Commento ad Amos, prologo al terzo libro). I commenti a Gioele e Amos, dedicati a Pammachio, risalgono al 406.
Una raccolta di testi accessibili al pubblico italiano nella loro integrità. Girolamo compose i commenti ai profeti minori in tre riprese: dal 389 al 392, nel 396 e nel 406. Quelli a Naum, Michea, Sofonia, Aggeo e Abacuc risalgono al primo periodo, durante il soggiorno in Oriente, dove prende corpo l'ambizioso progetto di una nuova versione latina dell'Antico Testamento, condotta direttamente sul testo ebraico. Il commento a Giona è del 396 e vi si riconosce l'eco della polemica contro Origene scoppiata tre anni prima. Girolamo rivede il testo latino preesistente alla luce dell'"Hebraica veritas" anziché sul greco dei Settanta.
Un prezioso strumento per l’esegesi e lo studio del pensiero latino e della cultura tardo antica.
Girolamo compone il commento al libro di Isaia tra il 408 e il 410 d.C. Pensato per un uditorio aristocratico e colto, in particolare costituito da un gruppo di donne cristiane di alto linguaggio e di vita virtuosa conosciute nel suo soggiorno romano, lo scritto si presenta diviso in diciotto libri: ogni libro espone, dopo il prologo, la spiegazione sistematica del testo profetico, alternando l’esegesi letterale a quella spirituale. Dopo aver conosciuto un’alterna fortuna durante l’Umanesimo e il Rinascimento, in età moderna l’opera di Girolamo traduttore ed esegeta ha potuto essere studiata come documento di una latinità e di una cultura che hanno avuto, in quanto tali, un’influenza profonda sulle lingue e le culture medio- e neolatine d’Europa.