Questo libro racconta di un viaggio fuori dal tempo e dallo spazio, tra effetti speciali e apparizioni inaspettate, un viaggio attraverso il quale Dio (in persona fuma i sigari!) conduce con bonaria sapienza un giovane sacerdote, sveglio, ma un po' saccente (e un tantino sovrappeso). Dio, che in questa pagine appare nelle sembianze di un simpatico e arzillo vecchietto (con tanto di bastone), al semplice schioccare delle dita (è Dio, può!) "teletrasporta" il giovane don Marco: prima in Paradiso, in riva al mare, nella sua chiesa parrocchiale, poi in piazza San Pietro, nella cappella Sistina, negli appartamenti papali, nel Cenacolo di Gerusalemme e da ultimo al momento della Crocifissione, sul Golgota. Ogni cambiamento di scena meraviglia don Marco e crea il contesto idoneo perché ponga a Dio 10 domande, alle quali Lui (in persona!) dà risposte, semplici nella loro invisibile (per chi ha gli occhi accecati dall'orgoglio) ovvietà, e profonde nella loro ineluttabile verità...
L'unica cosa certa della nostra vita è che tutti, prima o poi, dovremo morire. Ma che cosa è la morte? Semplicemente la fine della vita? Per chi crede, no. È, anzi, il momento dell'incontro con Dio. Eppure, tutti ne abbiamo paura, l'abbiamo raffigurata in modi tenebrosi, atroci, spaventosi: con una falce, come uno scheletro... E se, invece, la Morte fosse una bella donna? Ci farebbe altrettanta paura? Se la trovassimo sul nostro letto, alla sera, come un ospite inatteso (e probabilmente indesiderato) e scoprissimo che si sente sola, perché l'abbiamo messa in un angolo, con la nostra cultura che assolutizza la vita ma allo stesso tempo la distrugge, la riempie di violenza, la "mortifica"? Se la Morte ci chiedesse di concederle del tempo per fare quattro chiacchiere e conoscerla meglio? Don Diego Goso affronta il tema della morte e del morire con un tocco di sana ironia, ma con profondità e proponendola in una prospettiva diversa, o forse nell'unica prospettiva davvero cristiana, per imparare di nuovo a chiamarla "sorella", come la nominò san Francesco nel Cantico.
"Non ho mai conosciuto una 'Perpetua' felice di essere chiamata in questo modo-. Così esordisce don Diego Goso in questa sua nuova fatica narrativa. In effetti, la "perpetua-, figura che ha preso il nome dal personaggio manzoniano, ci si è rassegnati a chiamarla, nell'odierno politically correct, in vari modi alternativi: familiare del clero, collaboratrice del Parroco, responsabile della casa parrocchiale. Quello che non è cambiato, però, è che dietro a tutti questi nomi si cela una delle figure più importanti e meno valorizzate nella vita di parrocchia. In verità, quella che qui si racconta in prima persona, nel suo diario quotidiano, non ha problemi a farsi chiamare così: donna felice del proprio servizio al parroco, e davvero "Perpetua-, ossia sempre presente, sempre disponibile, senza orari, senza preconcetti a cui far sottostare il suo lavoro per i sacerdoti. Si direbbe, talvolta, che è lei stessa a incarnare la parrocchia, così come la parrocchia riempie davvero la sua vita. Questo "diario- (fittizio, anche se tutti i personaggi sono realissimi!) è, infine, un omaggio alla figura del sacerdote e a quella della sua "custode-; in esso si conserva anche un po' di nostalgia per un mondo non ancora del tutto scomparso e, anzi, respirabile sempre in alcuni luoghi di questa nostra "post cristianità-. Una figura da riscoprire, quella di Perpetua, con il suo mondo, e da riproporre: perché molte vocazioni sono nate in colloqui con donne come lei, che molte ferite hanno anche "rimarginato-.
«Ogni aspetto della vita cristiana e della dottrina cattolica offre sempre una ricchezza inaspettata, una prospettiva che profuma di nuovo proprio nel suo sapersi riproporre con fedeltà una fierezza che non obbliga a dover correre in avanti né a guardarsi indietro rispetto al mondo, ma a gioire per l’eterna Verità che le è stata consegnata in Cristo».
Dall’Introduzione di don Diego Goso
Dialogando con don Diego Goso, monsignor Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-San Remo (diocesi di mare e di Festival), propone una serie di riflessioni sui temi oggi sensibili, per la Chiesa italiana e non solo, da un punto di vista privilegiato: quello di un vescovo che sta in trincea, fra il confine tra Italia e Francia, uno dei luoghi dove il tema dell’immigrazione è particolarmente sentito, ma da dove si ha uno sguardo complesso ed europeo anche su molti altri argomenti oggi al centro del dibattito ecclesiale e civile: il secolarismo, la vita dei sacerdoti, la questione etica, la riforma della Chiesa, il Pontificato di Francesco…
Balzato agli onori della cronaca per la presa di posizione in difesa dei migranti respinti al confine francese, negli anni il vescovo di Ventimiglia-San Remo ha elaborato un pensiero dialettico e attento alle varie sensibilità su questo tema, arrivando a denunciare, senza mai interrompere il suo aiuto concreto, i limiti di un’accoglienza non regolamentata che sono soliti sostenere coloro che, sui migranti, predicano senza criterio una carità scaricata sulle spalle degli altri.
In questo libro, lucido, onesto e capace di provocare la coscienza cattolica, questo vescovo “di confine” esprime per la prima volta in maniera piena e articolata il proprio pensiero, quello di un uomo, credente e pastore, che non smette di cercare una prospettiva non manichea per riflettere sui vari temi della vita ecclesiale e dell’etica sociale e cristiana.
Antonio Suetta, Diego Goso, Controcanto. La fierezza di essere ancora cattolici, Edizioni San Paolo 2020, pp. 160, euro 14,00
Monsignor Antonio Suetta (Loano, Savona, 1962). Ordinato presbitero il 4 ottobre 1986, è stato eletto alla sede vescovile di Ventimiglia-San Remo il 25 gennaio 2014 e ordinato vescovo il 1° marzo 2014.
Don Diego Goso (Torino, 1975). Sacerdote dell’arcidiocesi di Torino, è incaricato per l’Ufficio di Comunicazioni Sociali della Diocesi di Ventimiglia- San Remo ma il suo vero lavoro presso la Curia diocesana consiste nello svuotare il distributore di merendine.
I Vangeli ci rivelano personaggi che sono vere e proprie icone eterne, e la cui vita va ben oltre le immagini che gli evangelisti ci hanno brevemente raccontato. Il semplice e gioioso esperimento che don Diego Goso prova in queste pagine è far incontrare alcuni di questi personaggi al di fuori delle cornici del testo sacro in cui siamo abituati a vederli. Non per completare loro, che non ne hanno alcun bisogno, ma per immedesimare noi nelle loro storie, per cercare di comprenderli meglio. Si sono mai incontrati Giovanni Battista adulto e la Madonna? In chi si è imbattuto Pietro, lungo un sentiero oscuro, nella triste notte del tradimento? Matteo e Zaccheo, ladri diventati uomini di carità, potevano già essere amici prima? Chi c'era nascosto nell'ombra sotto la croce di Gesù il Venerdì Santo? Sono alcune delle domande che hanno ispirato questi racconti e che provano a immaginare scene nuove all'ombra di quelle vere evangeliche. Per il gusto di camminare ancora con Nicodemo e la Samaritana. Di ascoltare Paolo e Giacomo confrontarsi sulla Chiesa. Per la gioia di ritrovare Lazzaro e Giovanni, Maria Maddalena e le altre pie donne: che ci hanno fatto innamorare del Vangelo perché loro innamorati di Colui che in esso è non solo raccontato ma vivo e desideroso di camminare anche con noi! Per il gusto di respirare ancora... il profumo del Vangelo!
«L'arcobaleno è un poveraccio. Ha solo sette colori. Il cuore umano ne ha molti più». Così esordisce don Diego in questo suo nuovo libro che conduce il lettore all'interno del mondo delle emozioni: oggi tema così fortemente attuale. Emozioni (antiche e nuove, di moda e fuori moda), ma non solo: anche sensazioni, intuizioni... positive e negative, che ci appartengono, che ci interpellano, che sono nostre ma che spesso non sappiamo "coordinare" con l'esistenza. Emozioni che ci smuovono, ci conducono allo stupore, ma che ci confondono... Come considerare questo tratto fondamentale delle nostre vite? Don Diego propone una sorta di manuale per camminare in maniera "orientata" (un "manuale di orientamento", dunque, una vera e propria "mappa") all'interno dei nostri sentimenti quotidiani: con una traccia evangelica, naturalmente, che è l'unica vera bussola che è stata data a noi per non disperderci nei tempi difficili.
Di fronte all'esperienza di una propria malattia che l'ha obbligato a lasciare per un poco di tempo l'esperienza pastorale e alla riflessione sul fatto che molti credenti vanno a messa la domenica e si rifugiano nel reiki il lunedì... don Diego Goso propone una riscoperta del vangelo come "self help" migliore di ogni altro, perché offre la chance unica al mondo di poter "vivere da Dio"! Con il solito stile ironico, provocante, stimolante, l'autore conduce il lettore attraverso cinquanta meditazioni ispirate alla Bibbia, come risposta a cinquanta malesseri e comportamenti "deviati" del nostro tempo e del nostro "io": nella consapevolezza che «La Parola di Dio non invecchia mai. E sempre sa dispiegare il cuore dell'uomo». Un libro che può accompagnare con molta serietà e qualche sorriso i giorni difficili di donne e uomini che devono fare i conti con la fatica del quotidiano. Un libro regalo perfetto per l'estate: da godere in relax e per meditare un poco al giorno.
È possibile incontrare Gesù in un fast-food? Sì è vero, Dio è in ogni luogo, ma qui parliamo di Gesù in carne e ossa, senso dell'umorismo e un fascio di luce che lo illumina dall'alto! E a chi poteva capitare una simile esperienza se non a don Marco, sacerdote appassionato di patatine e pancetta, che ha già fatto quattro chiacchiere con Dio in Paradiso e visitato l'Inferno "scortatodallo Spirito Santo? Superato lo shock, don Marco si mette in cammino in compagnia del Nazareno per un viaggio di 24 ore (con salvataggio del mondo incluso) ricco di incontri: da Marta a Maria, da Lazzaro a San Giuseppe e una variegata umanità; una giornata in cui il don dovrà imparare che, alla fine, è sempre l'Amore l'unica cosa che può salvare il mondo. Dalla penna ironica e delicata di don Diego Goso, un'avventura "dello spirito" spirituale e spiritosa insieme, per non dimenticare che non siamo mai soli.
Don Diego Goso, autore di Quattro chiacchiere con Dio, questa volta va... all'Inferno. O meglio: ci manda un suo alter ego - tal don Marco - che, in apertura del libro, si scopre vittima di uno scherzo diabolico e si risveglia in un luogo sconosciuto dove scopre di aver vinto... una vacanza premio, con Satana stesso a fargli da guida. Ma non è solo: in questo percorso dentro i sette "gironi" dei vizi capitali c'è un compagno d'eccezione, che si lascerà conoscere lentamente, ma che subito indica una certezza: la grazia di Dio non manca mai, anche a chi si trova a camminare sui sentieri del male. Un "male" che richiama per molti versi quello indimenticabile delle "Lettere di Berlicche" e che, attraverso l'ironia dell'autore, svela come i rischi maggiori nella lotta per il bene ce li portiamo dentro ogni giorno, tra golosità, ire, invidie e rischi di confondere il cuore con la lussuria. Un libro a volte esilarante, a volte drammaticamente serio: un'indagine col sorriso (ma non troppo) nel regno del bene e del male.