Questo libro è stato scritto già due volte. Una prima, nel 1998, e una seconda, nel 2011. Ora, con profondi cambiamenti, ha ritrovato la originaria stringatezza e più chiaramente identifica il problema della "questione liturgica" come aspirazione a una "liturgia fondamentale", non senza una relazione strutturale con il sapere sistematico. Il modello teorico di lettura del rapporto tra teologia e rito attraversa tutto lo spettro della storia della Chiesa latina, nella quale alla categoria di officium si affianca la categoria di segno-causa, fino ad arrivare alla categoria di rito, che inaugura la elaborazione degli ultimi due secoli. Una accurata ricostruzione teorica e storica del ruolo teologico della liturgia è la premessa inaggirabile per comprendere la Riforma Liturgica e la sua complessa ricezione nella Chiesa cattolica di oggi e di domani. Il volume si presenta, allo stesso tempo, come un manuale per la scuola di teologia e come uno studio sulla nascita di una disciplina nuova.
Rileggere il quotidiano con l'ambizione di "mostrare la profondità della superficie" (Wittgenstein) senza mai lasciar cadere la antica certezza sapienziale e cristiana - secondo cui "il più elementare è il più spirituale" (Sequeri).
La forma del dialogo, un tempo così frequentata anche dalla teologia e dalla catechesi, dalla spiritualità e dalla pedagogia, oggi è piuttosto inusuale. E tuttavia nel dialogo tra un padre e i suoi f gli, fatto di domande, affermazioni, contestazioni, dubbi e chiarimenti, può emergere un prof lo inconsueto e avvincente dei sacramenti cristiani. In questo volumetto, composto da 15 dialoghi notturni, si passano in rassegna tutti e sette i sacramenti cristiani e nel chiarirli ai bambini si lancia più di un segnale verso una comprensione più adeguata da parte degli adulti, per una autentica conversione pastorale.
Informazioni sull'autore
Andrea Grillo è professore ordinario di Teologia dei sacramenti e Filosofia al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo in Roma. Insegna Liturgia all’Istituto di Liturgia Pastorale della Abbazia di Santa Giustina in Padova e all’Istituto Augustinianum in Roma.
Un testo sulla “fraternità e l’amicizia sociale” può essere letto come un punto di confluenza di due linee di riflessione e di esperienza: da un lato il pensiero antropologico e politico sulla fraternità che scaturisce dalla utopia rivoluzionaria tardo-moderna, dall’altro il pensiero teologico ed ecclesiale che ha assunto anche la figura di magistero nei secoli XIX e XX. In questo modo una categoria è messa alla prova e l’esperienza di fraternità conosce nuovi orizzonti e nuovi problemi. Ne deriva una sfida inaggirabile per le forme di vita e per i concetti-chiave del nostro tempo, che il testo di papa Francesco affronta apertis verbis, alla luce del Vangelo e dell’esperienza umana, in vista di un chiarimento non soltanto delle evidenze della fede, ma anche della cultura etica e politica comune a tutti gli uomini e le donne del nostro tempo.
Andrea Grillo (Savona, 1961) è professore di Teologia dei sacramenti e di Filosofia della religione presso l’Ateneo S. Anselmo in Roma e presso l’ILP S. Giustina di Padova. Ha pubblicato di recente: Domande al Padre. La forma cristiana del pregare (2016) e Eucaristia. Azione rituale, forme storiche, essenza sistematica (2019)
La differenza fra uomo e donna non è più garantita da una gerarchia dei sessi. D’altra parte l’eguaglianza fra uomo e donna non implica il negare la differenza e uniformare anonimamente le diversità. Il possibile accesso della donna al ministero ordinato esige la riconsiderazione dell’esclusione della donna dalla pubblica autorità, civile ed ecclesiale, come dato culturale comune, non come contenuto della rivelazione. Questo è il tema su cui il libro offre 24 variazioni, in un confronto serrato con le argomentazioni antiche e recenti. Per passare dalla società dell’onore (basata sulla differenza) alla società della dignità (basata sulla eguaglianza) occorre pensare il ministero ordinato alla luce di Pacem in terris e di Dignitatis Humanae. Si scoprirà che l’ordinazione della donna non è questione dottrinale ma dipende da una trasformazione antropologica e sociologica che non solo è possibile ma reale, almeno in una parte considerevole del mondo. I compiti della donna e dell’uomo sono il prodotto della storia e della coscienza, nel dialogo fra creatore e creature che resta aperto. Così la forma della società, le evidenze della cultura e la relazione tra Dio e l’uomo possono rispecchiarsi.
In questo volumetto si chiede alla teologia di continuare ad essere maestra di distinzione e si fornisce un quadro teorico ed ecclesiale che possa giustificare, teologicamente e pastoralmente, la possibilità di benedire tutte le coppie, anche quelle omoaffettive. Una buona reazione alle difficoltà che la Chiesa sperimenta di fronte alla realtà consiste nell'offrire, come teologi, una parola di comprensione e di maggiore ampiezza, da intendersi come "servizio alla tradizione", ad una tradizione che non diventa una "pietra da gettare", ma una parola da comprendere e da tradurre, in una lingua e in una cultura nuova.
Il volume presenta un breve itinerario in 4 passaggi sul "dispositivo di blocco", che è stato introdotto nel magistero cattolico per proteggere la Chiesa da ogni possibile dinamica, confermando la sua autorità mediante una "negazione di autorità". Tale "dispositivo" però induce la Chiesa ad una progressiva autoreferenzialità, cui ha reagito prima il Concilio Vaticano II e ora papa Francesco, con il suo magistero "in uscita". «Andrea Grillo ha scelto un'immagine particolare per orientare la riflessione di queste pagine, quella della differenza tra un museo e un giardino. Si tratta di ambienti diversi, con vocazioni o finalità diverse: il museo conserva e protegge reperti rari, testimonianze di epoche perdute e documenti preziosi per riuscire a riscostruire una rappresentazione di quel che è stato e che non è più...L'immagine è di aiuto per comprendere il tema di queste pagine, che invitano anzitutto a riconoscere nella Chiesa cattolica una realtà viva e perciò bisognosa di essere curata come un giardino e non come un museo» (Giovanni Grandi).
«Il volume ci restituisce il senso profondo della dimensione penitenziale della vita cristiana e educa noi, adulti, donne e uomini di chiesa, a rivedere noi stessi come viviamo la confessione e a riconoscere quanto sia povera nella nostra vita cristiana la dimensione penitenziale che la dovrebbe caratterizzare. È quello che almeno ha provocato in me: non mi sono riconosciuto molto distante da questi preadolescenti. Un risultato salutare che invita a una serie di "riconciliazioni": tra magistero e teologia, tra teologia e pastorale, tra pastorale e spiritualità». (Enzo Biemmi, dalla Prefazione)
Con Meravigliosa complessità, a un anno dalla presentazione di Amoris Laetitia, vengono esposte la recezione del testo, le resistenze al testo e le questioni aperte dal testo. Ne risulta un affresco di prospettive e di problemi appassionanti, che riguardano non solo la pastorale familiare ma anche il destino della Chiesa cattolica nel mondo postmoderno.
Res Novae: il nuovo testo di papa Francesco costituisce il punto di arrivo di un lungo cammino storico: non solo di quello iniziato due anni fa, con l'inizio del Sinodo dei Vescovi dedicato alla famiglia, ma ancor più di quello inaugurato circa 140 anni fa, quando la Chiesa cattolica, assediata dallo Stato moderno, aveva pensato di trovare nel matrimonio un terreno favorevole per mantenere una competenza esclusiva e per sottrarre potere e autorità al "nemico".
Un contributo a tenere viva l'attenzione ecclesiale sugli snodi decisivi di un annuncio del Vangelo mediato dalla testimonianza delle famiglie cristiane, di quelle felici e di quelle infelici. Le famiglie felici e le famiglie ferite esigono oggi un atto di intelligenza e di affetto che spinge la Chiesa ad un "parto", per generare forme di linguaggio e di azione capaci di comprendere l'esperienza dei soggetti e di metterla in rapporto con il Vangelo di misericordia. Nelle doglie del parto nasce questa riflessione.
Sinodo "approssimato" significa la coraggiosa pratica di un "pensiero incompleto e aperto". La Chiesa non solo "si approssima" alla storia dei soggetti legati da matrimonio, ma sa di dover intervenire "per approssimazione", con uno stile di vicinanza appassionata e di discernimento accurato. Le famiglie felici e quelle infelici hanno una storia, che deve essere riconosciuta e che non può essere retrodatata solo in chiesa. Ne deriva l'esigenza "pastorale" di traduzione e di trascrizione delle concezioni medioevali in un nuovo contesto.