Inviso agli ustase di Ante Pavelic, ai nazisti, ai fascisti, ai cetnici e ai comunisti di Tito, l'arcivescovo di Zagabria Alojzije Viktor Stepinac (1898-1960) non ebbe né le doti di un raffinato politico, né le astuzie di un faccendiere, né i tatticismi di uno stratega di partito, né l'irruenza del fazioso. Egli operò per difendere la Chiesa da eventi che travolsero la Croazia. Oggi, nuovi documenti ne mettono in luce la condanna del razzismo, le denunce dei crimini, la difesa dei perseguitati, le operazioni umanitarie. Affrontò carcere e domicilio coatto per essersi opposto al tentativo statale di assoggettare la Chiesa croata al comunismo di Tito. Creato cardinale, scelse di rimanere nel luogo ove era stato relegato. Morì prima di affrontare un secondo processo.
I seguaci di Gesù, che affrontarono il martirio nei primi secoli del Cristianesimo, furono persone diverse per età, condizione sociale, area geografica, cultura. Non si trattò di gente al di fuori della norma. Non mostrarono insensibilità alla sofferenza, al dolore, al dramma. Malgrado ciò, non rinnegarono il loro Credo. Tra loro, si collocano anche quanti nella Chiesa di Roma testimoniarono la fede cristiana fino allo spargimento del proprio sangue. Attraverso questo libro si vuole ricordarli con affetto e gratitudine. Da loro proviene una lezione sempre attuale: la vera fede non passa per trionfi terreni, e non attraversa necessariamente strade rassicuranti, confortevoli. Essa è un seguire i passi dell'unico Maestro. Anche quando le salite conducono verso i golgota del nostro tempo.
Un testo particolarmente utile per acquisire immediatamente dati aggiornati sulla storia della Chiesa di Roma dal I al IV secolo. Scritto da uno storico specialista in divulgazione, il libro delinea una serie di coordinate che introducono in una realtà non sempre facile da comprendere a distanza di secoli. Dallo sviluppo missionario ai caratteri propri della Chiesa di Roma, dall'amministrazione dei sacramenti al rapporto impero-Chiesa, dalle apologie ai cimiteri, fino ad arrivare alla pax costantiniana: il lettore è accompagnato in un cammino ricco di avvenimenti-chiave e di vita quotidiana, ove tutto riconduce al tema della fede e alla vita ecclesiale.
Pio XII amico di Hitler e dei nazisti, come lasciava intendere una pubblicazione di qualche anno fa? Pier Luigi Guiducci ha interrogato al riguardo i documenti del Terzo Reich, molti dei quali si trovavano in precedenza in Unione Sovietica e nella Germania Orientale. Dalla ricerca risulta esattamente il contrario: i gerarchi nazisti, specie nei messaggi coperti da segreto, espressero valutazioni ostili e denigratorie nei confronti di Pacelli fin dagli anni precedenti la sua elezione. Divenuto Papa, egli continuò a tenere aperti i canali diplomatici per non privarsi della possibilità di intervenire a favore dei diritti umanitari. Non esitò, tuttavia, a opporsi alla violenza del Terzo Reich e a sostenere quanti si battevano a favore dei perseguitati.
In tempi più o meno recenti l’epoca medievale è stata oggetto di una serie di ricerche che hanno significativamente rivisitato le valutazioni negative risalenti agli scritti di molti umanisti del ’400. Questi sostanzialmente affermavano che detto periodo era da intendere come una lunga parentesi storica, caratterizzata da un immobilismo culturale che si poneva tra la grandezza dell’età classica e la rinascita umanistico-rinascimentale della civiltà che ad essa si ispira.
Alla luce degli attuali contributi si può affermare che la realtà è molto più articolata. Il Medioevo è in gran parte riuscito nell’impresa di fondere il mondo latino-romano con quello germanico creando per la prima volta uno spirito propriamente europeo accomunato dalla stessa religione. In realtà non sarà solo questo l’unico traguardo.
L’Autore, presentando la storia della Chiesa medievale (dalle invasioni barbariche al Rinascimento) mostra, ad esempio, che le radici della scienza moderna affondano in una certa misura nel terreno del mondo medievale, prima della cosiddetta rivoluzione scientifica; anche la stessa vita ecclesiale ha ricevuto degli altissimi apporti sul piano spirituale e religioso-culturale, con delle figure universali come Francesco d’Assisi o Tommaso d’Aquino.
In quest’ultima affermazione si trova – in definitiva – l’ottica dalla quale l’Autore osserva la dinamica di una Christianitas profondamente segnata da una reale capacità d’iniziativa e di apertura a nuove esperienze. Ne deriva una considerazione: nel volume del prof. Guiducci viene delineato un insieme di momenti tra loro interagenti che aprono alla visione non statica di popoli, di comunità, di istituzioni, di vocazioni, di missioni, di espressioni di fede, di opere di carità ...
Per questo motivo l’opera è particolarmente valida nel suo disegno complessivo e negli approcci con specifiche realtà storiche. Senza tacere l’esistenza di ombre e di contro-testimonianze, il testo sa considerare i processi storici con una misurata pacatezza che riesce a non restare succube né di un revisionismo acritico, né di un apologeticismo immotivato.