Un breve saggio di esegesi spirituale, una solida chiave interpretativa per un'approccio alle Sacre Scritture.
L'opera teologica più significativa di Ilario di Poitiers e documento storico rilevante del dibattito intorno all'eresia ariana
L'opera teologica più significativa di Ilario di Poitiers e documento storico rilevante del dibattito intorno all'eresia ariana.
In questa opera della maturità, dopo la "scoperta" dell'esegesi di Origene e quando ormai la polemica contro l'eresia ariana è sopita - è stato chiamato l'Atanasio dell'Occidente - Ilario offre una lunga meditazione sulla Legge, colta profeticamente nel suo fine, Cristo. Nel suo interesse per il realismo dell'incarnazione e per il corpo di gloria del Signore risorto comprende che la carne dell'uomo è candidata a partecipare a quella gloria, vero compimento del processo della sua creazione a "immagine di Dio". Tertulliano e Cipriano sono i suoi primi maestri, ma assieme a loro molta sapienza classica entra nel linguaggio che descrive l'itinerario dell'uomo alla gloria. Con il gusto dell'equilibrio, Ilario integra nella prospettiva cristiana dati derivati dal senso comune, dalla psicologia e dalla morale tradizionale. Ciò che rivela la tempra del confessore è la fede e una fede a tutta prova è stata quella di Ilario: fede pregata nelle parole di questo salmo, ammirata nel "profeta" che parla in questo salmo, predicata con coraggio.
Composti intorno al 364-367 d.C., i Commenti ai Salmi di llario di Poitiers rappresentano il primo commento in lingua latina che l'antichità cristiana abbia lasciato del Salterio. Scritto al rientro dall'esilio in Asia Minore, dove Ilario era entrato in contatto con l'universo teologico orientale e con la tradizione esegetica origeniana, il presente commento si ispira, ma con un atteggiamento libero e originale, all'imponente lavoro esegetico di Origene sui Salmi, andato perduto. Secondo il metodo allegorico dell'Alessandrino e con l'intento di offrire spunti significativi di insegnamento, Ilario legge il Salterio mettendòlo in relazione con l'annuncio evangelico in modo che «con la voce di qualunque persona lo spirito. profetico abbia parlato, tutto sia riferito in ogni caso alla conoscenza della venuta del Signore» come egli stesso precisa nel Prologo.
Composti intorno al 364-367 d.C., i Commenti at Salmi di Ilario di Poitiers rappresentano il primo commento in lingua latina che l'antichità cristiana abbia lasciato del Salterio. Scritto al rientro dall'esilio in Asia Minore, dove Ilario era entrato in contatto con l'universo teologico orientale e con la tradizione esegetica origeniana, il presente commento si ispira - ma con un atteggiamento libero e originale - all'imponente lavoro esegetico di Origene sui Salmi andato perduto. Secondo il metodo allegorico dell'Alessandrino e con l'intento di offrire spunti significativi di insegnamento, Ilario legge il Salterio mettendolo in relazione con l'annuncio evangelico in modo che come egli stesso precisa nel Prologo -: «con la voce di qualunque persona lo spirito profetico abbia parlato, tutto sia riferito in ogni caso alla conoscenza della venuta del Signore».
II Commento ai Salmi di lIario di Poitiers rappresenta iI primo commento al Salterio, seppure incompleto (58 trattati in tutto) in lingua latina giuntoci dall'antichita. Databile all'incirca tra iI 364 e il 367, l'opera costituisce pertanto una testimonianza fondamentale del pensiero e dell'esegesi dei primi secoli sui Salmi, e raccoglie nel contempo il pensiero teologico piu maturo di Ilario, dalla cristologia alia dottrina trinitaria, dall'ecclesiologia all'escatologia. Il vescovo di Poitiers riconosce nei Salmi iI testo biblico più idoneo a esprimere la maturazione della sua dottrina e della sua esperienza umana, e il loro commento gli consente di esporre le verita di fede in un'ottica pedagogica e spirituale, al cui centro si colloca il mistero del Cristo.
Breve opuscolo scritto sotto forma di lettera indirizzata ai vescovi cattolici, contro le tesi eretiche di Aussenzio.
La piu antica opera esegetica matteana in latino.
Un'opera che ha una notevole importanza dal punto di vista dottrinale e storico.
L'autore
ANTONIO ORAZZO, laureato in Filosofia, ha conseguito la Licenza in Teologia patristica all'Università Gregoriana e il Dottorato in Teologia alla Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale di Napoli. Insegna Storia della Filosofia antica e Patristica presso la Sezione S. Luigi della stessa Facoltà. Tra i suoi lavori, segnaliamo il volume recentemente curato I Padri della Chiesa e la Teologia. In dialogo con Basil Studer.
Il libro
All'interno del Salterio, i salmi graduali (119-133) esprimono i sentimenti e la preghiera del pio israelita, che da pellegrino "sale" periodicamente a Gerusalemme, -per incontrarvi il suo Dio e vivere in modo nuovo i rapporti con i compagni di fede. Nella tradizione della Chiesa, questi salmi hanno sempre accompagnato il cammino del credente verso Gerusalemme, intesa sia come il luogo geografico dove il Signore -Gesù ha portato a compimento il suo mistero pasquale, sia soprattutto come il simbolo del mistero stesso della sua morte e risurrezione.
Fra i Tractatus super Psalmos di S. Ilario - primo commento continuo in lingua latina al Salterio e mai tradotto in lingua moderna - è rimasta l'intera serie dei commenti ai salmi delle ascensioni. Essi costituiscono come un libretto a sé stante nella lacunosità dell'opera. E facile riconoscervi i temi teologici più importanti e ricorrenti, secondo una accentuata angolatura cristologica, tipica del vescovo di Poitiers. La Gerusalemme verso cui il credente si affretta diventa - nella sua visione — la Chiesa stessa, considerata nella fase sia storica che escatologica.
Questi commenti sono un saggio quanto mai significativo dell'opera esegetica del Dottore di Poitiers. Se da una parte introducono ai grandi principi ermeneutici della lettura cristiana dell'Antico Testamento, mutuati in larga misura da Origene e dalla Scuola alessandrina, dall'altra presentano i contenuti teologici che più stanno a cuore all'Autore.
Alla vigilia del grande Giubileo del 2000 e agli albori del terzo Millennio, il credente di oggi troverà in questo libro, corredato di ampia introduzione e di abbondanti note, un ricco contenuto teologico e spirituale. Immergendosi nelle radici millenarie della tradizione di preghiera della Chiesa, egli sarà così aiutato a compiere il suo "pellegrinaggio" e a proiettarsi in modo creativo al futuro.
Ilario scrisse De Synodis sotto forma di lettera indirizzata ai vescovi delle province della Gallia, della Germania e della Bretagna, per informarli sulla fede degli Orientali.