Questo volume affronta il delicato tema del dialogo della Chiesa con la società odierna e il progresso che in essa viene inseguito. La storia degli ultimi anni ha messo in crisi la fede nel progresso. E, al posto di questa profezia fallace, il cristiano è chiamato a porre al centro la speranza, poiché non sono la scienza o il progresso che redimono l'uomo, bensì l'amore. Come affermò Paolo VI, «per la Chiesa cattolica nessuno è estraneo, nessuno è escluso, nessuno è lontano». Il Concilio ha presentato il dialogo come strumento principale e stile caratteristico del rapporto della Chiesa con il mondo contemporaneo. È un compito arduo che ha bisogno dell'impegno comune di tutti i credenti che desiderano un mondo più fraterno e solidale. È soltanto attraverso il dialogo, la comprensione, la diffusione della cultura della tolleranza e dell'accettazione dell'altro che può sorgere una giusta convivenza tra le persone. Completa il volume l'appendice che contiene i numeri della "Gaudium et Spes" relativi al dialogo della Chiesa con la società odierna.
C'è un Concilio che si è svolto lontano dai riflettori: nelle cene, nei vertici notturni, negli incontri diplomatici, nelle redazioni dei giornali, nelle sezioni di partito e persino fra gli 007. La sfida è ricostruirlo non per il gusto del retroscena fine a se stesso, ma perché solo cosi si possono decifrare i nodi irrisolti di allora che restano le questioni aperte di oggi. Le affinità con l'attualità sono sorprendenti. C'è la caccia ai corvi: stenografi, dattilografi, ma anche "periti" conciliari, accusati di sottrarre documenti da passare all'esterno. C'è un presidente del Consiglio che, alla vigilia dell'apertura, salta sul treno del papa e chiede la benedizione per il governo di centrosinistra. Nel frattempo un monsignore in incognito vola oltre la cortina di ferro per ottenere dal governo sovietico il via libera alla partecipazione dei vescovi cattolici e del patriarcato di Mosca. Compare il futuro burattinaio della P2, Umberto Ortolani, e spuntano falsi dossier a carico dell'autore della riforma liturgica, Annibale Bugnini, accusato di essere massone. Saltano fuori anche le lettere riservate dei sacerdoti che chiedono a Montini di abolire il celibato e c'è pure un teologo che denuncia, con coraggio, lo scandalo della pedofilia nella Chiesa, ma il suo allarme resta inascoltato. A cinquant'anni di distanza, l'assise conciliare può dirci ancora molto, a patto di saperla leggere fuori dagli schemi abusati di progressisti e conservatori. E le verità scomode non mancano.