«Ecclesia semper reformanda est». È tuttavia inconfutabile che vi siano delle stagioni particolari nel corso delle quali si assiste a un'accelerazione e al tempo stesso a una concentrazione delle riforme sotto la spinta dei tempi ma anche e soprattutto dello Spirito. Oggi ci troviamo a vivere una di queste stagioni. Francesco è un papa riformatore poiché è stato eletto sotto la spinta della richiesta di un profondo rinnovamento della Chiesa.
"Farò più rumore da morto che da vivo". Mai profezia fu più vera di quella di padre Pio da Pietrelcina che, con sant'Antonio da Padova, detiene il record del santo più invocato al mondo. Dal giorno della morte, avvenuta il 23 settembre 1968, le sue spoglie riposano a San Giovanni Rotondo ed è stato papa Francesco in persona a volerle in San Pietro per il Giubileo della Misericordia. Nessun santo recente gode dell'immensa popolarità e simpatia che circonda padre Pio. Eppure fu un protagonista scomodo, a lungo perseguitato dalla Chiesa e poi clamorosamente riabilitato dagli ultimi tre papi: Wojtyla, Ratzinger e Bergoglio. Lo rivela il vaticanista Ignazio Ingrao, che in questo libro scava a fondo nella sua figura, indaga sulla sua vicenda, fa chiarezza su tanti punti rimasti oscuri e su altri decisamente scottanti. È noto che padre Pio trascorreva molte ore della sua giornata in confessionale, che accoglieva semplici fedeli e personaggi famosi, spesso con storie sofferte di divorzi, tradimenti, difficoltà esistenziali. È questo uno dei motivi di sintonia che ha legato il frate cappuccino all'arcivescovo di Buenos Aires, poi salito al soglio di Pietro. La persecuzione ecclesiale subita resta avvolta da misteri ed enigmi. E da questa indagine - che ricostruisce i passaggi salienti di una riabilitazione inaspettata e repentina - emergono nuovi particolari, anche sulla base di documenti conservati nell'Archivio segreto vaticano e nell'ex Sant'Uffizio.
Nelle parrocchie e nelle diocesi sono sempre di più i sacerdoti che danno la comunione ai divorziati risposati, e lo stesso papa Francesco in una telefonata privata si è sbilanciato a favore dei sacramenti "a chi chiede solo accoglienza e misericordia". Anche i cattolici praticanti hanno candidamente dichiarato di essere lontani anni luce, nelle convinzioni e nella prassi quotidiana, dagli orientamenti del Catechismo della Chiesa Cattolica. In un reportage che documenta l'ufficialità e il "dietro le quinte" del Sinodo sulla famiglia, il vaticanista Ignazio Ingrao racconta tutto ciò che già si è mosso e si muoverà intorno ai nodi più spinosi. Un'inchiesta che svela i retroscena, gli schieramenti dei cardinali e dei vescovi, i meeting segreti, lo scontro fra progressisti e conservatori, le resistenze e i contrasti che papa Bergoglio deve affrontare nella sua politica di riforma che si prospetta foriera di grandi cambiamenti, paragonabili alla portata di un Concilio. Francesco non ha voluto tenere nascoste le divisioni e il dibattito interno, pubblicando i risultati della votazione sul documento finale. I paragrafi su divorziati risposati e omosessuali non sono passati e l'ala conservatrice appoggiata dall'esterno da Ruini ha dato battaglia, incalzando anche il papa emerito Benedetto XVI, che si è rifiutato di scendere in campo. Su sesso, amore e nuove famiglie i cattolici e la modernità continueranno a confrontarsi. Tra spaccature e colpi di scena, lo scontro è appena cominciato.
C'è un Concilio che si è svolto lontano dai riflettori: nelle cene, nei vertici notturni, negli incontri diplomatici, nelle redazioni dei giornali, nelle sezioni di partito e persino fra gli 007. La sfida è ricostruirlo non per il gusto del retroscena fine a se stesso, ma perché solo cosi si possono decifrare i nodi irrisolti di allora che restano le questioni aperte di oggi. Le affinità con l'attualità sono sorprendenti. C'è la caccia ai corvi: stenografi, dattilografi, ma anche "periti" conciliari, accusati di sottrarre documenti da passare all'esterno. C'è un presidente del Consiglio che, alla vigilia dell'apertura, salta sul treno del papa e chiede la benedizione per il governo di centrosinistra. Nel frattempo un monsignore in incognito vola oltre la cortina di ferro per ottenere dal governo sovietico il via libera alla partecipazione dei vescovi cattolici e del patriarcato di Mosca. Compare il futuro burattinaio della P2, Umberto Ortolani, e spuntano falsi dossier a carico dell'autore della riforma liturgica, Annibale Bugnini, accusato di essere massone. Saltano fuori anche le lettere riservate dei sacerdoti che chiedono a Montini di abolire il celibato e c'è pure un teologo che denuncia, con coraggio, lo scandalo della pedofilia nella Chiesa, ma il suo allarme resta inascoltato. A cinquant'anni di distanza, l'assise conciliare può dirci ancora molto, a patto di saperla leggere fuori dagli schemi abusati di progressisti e conservatori. E le verità scomode non mancano.