Da quando fu pubblicata per la prima volta in due volumi, nel 1998 "Hitler 1889-1936: Hubris e nel 2000 "Hitler 1936-1945: Nemesis, questa biografia è considerata una pietra miliare dello studio su Adolf Hitler e sul Terzo Reich. Un'opera monumentale che oggi è disponibile in un unico volume: il risultato è il racconto spaventoso e affascinante di come un misero provinciale venuto da un angolo remoto dell'Austria asburgica sia riuscito a conquistare un potere senza precedenti; di come le idee improbabili e spregevoli di un ex studente di storia dell'arte perdigiorno siano riuscite a saldarsi in un'ideologia che per dodici anni segnò il destino di milioni di persone; e di come la folle determinazione a imporre militarmente la sua volontà e a respingere i suoi molti nemici abbia scatenato una catastrofe genocida. In queste pagine Kershaw ricostruisce la parabola dell'uomo che trascinò il mondo sull'orlo del baratro e lo fa con rigore appassionato e indiscussa autorità.
In quest'opera l'autore presenta la storia del dittatore tedesco rigorosamente come storia della società che lo rese possibile. Rinunciando ad ogni spiegazione facilmente personalistica, Hitler viene visto non come causa prima dell'apocalisse nazista, ma come suo articolato epicentro, sulla base delle strutture politiche e delle forze sociali che ne consentirono la conquista e l'esercizio del potere. La personalità del dittatore diventa dunque la chiave interpretativa di un intero periodo storico.
A due anni di distanza dal suo primo volume, Ian Kershaw completa la sua analisi della Germania nazista. Buona parte della storiografia contemporanea ha spiegato l'ascesa hitleriana ricorrendo ai concetti di "unicità" e "grandezza", il popolo tedesco si sarebbe lasciato coinvolgere nell'avventura nazista, trascinato dal carisma di un solo uomo e dall'infallibile apparato burocratico che egli seppe architettare. Una visione che finisce per addossare tutte le colpe a Hitler, assolvendo il popolo tedesco. L'indirizzo di ricerca in cui Kershaw è un pioniere privilegia invece l'analisi del contesto sociale e politico dell'epoca.
In questo volume l'autore presenta la storia del dittatore tedesco rigorosamente come storia della società che lo rese possibile. Rinunciando ad ogni spiegazione facilmente personalistica, Hitler viene visto non come causa prima dell'apocalisse nazista, ma come suo articolato epicentro, sulla base delle strutture politiche e delle forze sociali che ne consentirono la conquista e l'esercizio del potere. La personalità del dittatore diventa dunque la chiave interpretativa di un intero periodo storico. Il libro ripercorre le tappe della vita di Hitler fino al 1936, anno di occupazione della Renania: le modeste origini, le velleità artistiche, la partecipazione alla Grande Guerra, lo svilupparsi in lui del sentimento antisemita.