Le lettere di Giorgio La Pira ai papi sono, quasi, un "diario di bordo" della complessa navigazione di questo personaggio, per ben venticinque anni, attraverso la cronaca politica, gli orizzonti della storia, i segni dei tempi, gli eventi quotidiani e i sommovimenti del mondo. Tuttavia, le lettere a Paolo VI, rispetto a quelle a Pio XII e a Giovanni XXIII, hanno un carattere particolare. Sono le lettere a un amico, divenuto papa. Manifestano le sue visioni e i suoi sentimenti negli ultimi quattordici anni di vita. Ricapitolano il suo pensiero e il suo metodo "storico". Anche negli ultimi anni La Pira tiene lo sguardo diretto al futuro, seppure il mondo di domani non sarebbe stato più il suo. Non è facile che una persona anziana non si ripieghi sul presente o sul passato. Ma il professore cercava sempre di leggere la "storia del futuro" cogliendo i segni dei tempi, per usare un'espressione divenuta popolare con il Concilio Vaticano II. Era un vero "scrutatore" dei segni dei tempi. Era quella che lui stesso chiamava, con un'espressione felice, la storiografia del profondo. L'epistolario inedito tra Paolo VI e La Pira, curato da Andrea Riccardi.
Il Concilio Vaticano II,la pace internazionale,la minaccia nucleare,i rapporti della Santa Sede con Stati Uniti e Unione Sovietica, il ruolo e il rilievo di Amintore Fanfani nella politica italiana e internazionale, l’apertura verso il mondo mediterraneo,la decolonizzazione,il conflitto arabo-israeliano… questi alcuni dei temi principali che percorrono la presente raccolta di lettere del sindaco di Firenze Giorgio La Pira a Giovanni XXIII dal 1958 al 1963.Si tratta di documenti di notevole valore storico che consentono al lettore di spaziare nel panorama della situazione politica e religiosa italiana e internazionale nel periodo a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta.Ma la loro importanza non si ferma qui: le lettere consentono di scorgere, come in filigrana, lo slancio, il fervore e la passione per l’uomo del servo di Dio Giorgio La Pira.Si tratta di una specie di diario,concreto e spirituale,di La Pira,connesso a eventi,viaggi, fatti,soprattutto alla lettura della vicenda di quegli anni e alle prospettive per il futuro dell’Italia,della Chiesa e del mondo.La Pira sente imminente una svolta storica,che conduca fuori il mondo dalla situazione congelata e bloccata del tempo della guerra fredda.Le scelte del papa confermano questo suo sentire: per lui Giovanni XXIII è il protagonista di questa nuova stagione.
LE LETTERE DI GIORGIO LA PIRA A GIOVANNI XXIII. UNO SPACCATO DELL’ITALIA E DEL MONDO A CAVALLO TRA GLI ANNI CINQUANTA E SESSANTA.
CURATORI
Augusto D’angeloinsegna Storia dei Partiti nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Roma «La Sapienza». Si è occupato di storia religiosa affrontando tematiche relative all’episcopato, al clero e alle congregazioni. Negli ultimi anni si è dedicato alla ricerca sul rapporto tra potere politico e autorità religiosa con diversi contributi e con i volumi De Gasperi, le destre e l’«operazione Sturzo» (2002); Moro, i vescovi e l’apertura a sinistra (2005). Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Don Andrea Santoro. Un prete tra Roma e l’Oriente (2006) e, in collaborazione con Michela Carrozzino,Quelle di nessuno(2008).
Andrea Riccardi ordinario di Storia contemporanea presso la Terza Università degli Studi di Roma, studioso della Chiesa in età moderna e contemporanea e fondatore, nel 1968, della Comunità di Sant’Egidio, è una delle voci laiche più autorevoli del panorama religioso internazionale. Parecchi dei suoi studi vertono sul tema del rapporto fra mondi religiosi differenti e sulla coabitazione fra essi, in particolare nell’area mediterranea tra il XIX e il XX secolo.Numerose le pubblicazioni,tra cui, per le Edizioni San Paolo: Le politiche della Chiesa (1997), Sant’Egidio, Roma e il mondo (1997),Vescovi d’Italia (2000),Dio non ha paura (20032),La pace preventiva (2004).