In una cittadina del Sudafrica - linde case coloniali di stile vittoriano, club, eleganti viali alberati; e intorno la foresta vergine, la campagna assolata - Martha si trova a gestire il proprio matrimonio, avvenuto da pochi giorni. Martha ha lasciato la vita libera della fattoria per vivere l'elettrizzante esperienza della "città", e qui si è sposata, a diciannove anni, senza troppo interrogarsi sui suoi desideri e sul suo futuro. Presto, tuttavia, il ménage familiare e la vita sociale diventano molto più complicati di quanto non avesse supposto: il marito, unitamente agli altri giovani della colonia, si fa catturare dall'avventura della guerra e parte per un campo d'addestramento mentre nella cittadina cominciano a costituirsi dei gruppi di ispirazione socialista. Martha, rimasta sola, si trova così ad affrontare un periodo di meditazioni e di tentazioni, che la porteranno a mettere in discussione anche quel "matrimonio per bene", che solo poco tempo prima le era sembrato l'unica scelta di vita desiderabile. Storia di una crisi femminile, questo romanzo, minutamente analitico al principio, assume verso la fine un ritmo rapido e altamente drammatico. Raccontato con insolita spregiudicatezza e senza compiacimenti, cattura l'attenzione del lettore, senza lasciargli tregua.
Lasciato il marito e la giovane figlia, Martha si mantiene lavorando in un ufficio legale, ma dedica tutte le proprie energie alla cellula comunista a cui aderisce, formata da sei amici, tra i quali il pilota della Raf di cui è innamorata. Abbandonata dal pilota, si innamora di un profugo e lo sposa, ma il matrimonio è presto una delusione. L'unico sollievo per Martha, appena ventitreenne ma già avviata sulla difficile strada della ricerca della propria identità, resta l'amicizia con le donne del gruppo. In questo romanzo prosegue la storia di Martha Quest, il più brillante esempio di femminilità moderna descritto da Doris Lessing: appassionata, testarda e inquieta nella ricerca della propria emancipazione. Nel seguirla attraverso i suoi turbamenti emotivi e il suo coinvolgimento sempre più profondo nella politica rivoluzionaria, assistiamo anche al dispiegarsi della vita in Sudafrica nel XX secolo, che l'autrice guarda in modo compassionevole, senza tuttavia cedere ad alcun compromesso. Questo libro è il terzo di un ciclo di cinque romanzi intitolato "Children of Violence" (i primi due sono "Martha Quest" e "Un matrimonio per bene").
Tre racconti, pervasi dall'imprevisto, dal senso sconcertante delle umane possibilità, dalla sensazione da parte dei protagonisti di precipitare nella vita e di esserne, allo stesso tempo, ai margini. Due amiche, alla scomparsa dei mariti, iniziano una relazione ciascuna con il figlio adolescente dell'altra. Una ragazzina di colore, orfana e povera, ha una breve relazione con un ragazzo ricco, bianco, di famiglia liberale. All'insaputa del giovane, ha una figlia e quando la bambina ha sei anni, non potendo più mantenerla, si mette in contatto con la famiglia del ragazzo. Un soldato vive nel ricordo di una donna incontrata durante la seconda guerra mondiale, nella convinzione di aver concepito un figlio e di aver condotto un'esistenza sbagliata.
Immaginate un’Europa che non è stata sconvolta dalla Prima e poi dalla Seconda guerra mondiale, dove tutte le pulsioni belliche sono state dirottate in imprese coloniali extraeuropee. La protagonista è Emily, fondatrice di scuole per i poveri e infaticabile “dama di carità”, tormentata però da una vita sentimentale infelice. Intorno a lei figure diverse, tra cui quella di Alfred, agricoltore sposato a una simpatica e affettuosa cicciottella di nome Betsy. Attraverso questo singolare filtro metastorico, Doris Lessing rilegge in forma paradossale e perciò efficacemente rivelatrice la vita dei suoi genitori (e di tutta una generazione di inglesi) – una vita che invece è maturata nel cono d’ombra della guerra e ha patito il trasferimento in Africa. Un terribile lascito da cui Doris Lessing tenta pervicacemente di liberarsi.
Nata in una misera fattoria sudafricana, a cento chilometri dalla prima città, Martha ha sedici anni ed è preda di tutte le crisi e insoddisfazioni adolescenziali. Sembra decisa ad affrontare gli esami di ammissione per l'università e a lasciare quindi un mondo che le pare sempre più angusto, ma finirà poi per trasferirsi in città e impiegarsi come segretaria.
Nel romanzo Doris Lessing immagina che l'Europa non sia stata sconvolta dalla Prima e poi dalla Seconda guerra mondiale, e che tutte le pulsioni belliche siano state dirottate in imprese coloniali extraeuropee. La protagonista è Emily, fondatrice di scuole per i poveri e infaticabile "dama di carità", tormentata però da una vita sentimentale infelice. Intorno a lei varie figure, tra cui quella di Alfred, agricoltore sposato con una simpatica e affettuosa cicciottella di nome Betsy. Attraverso questo singolare filtro metastorico, l'autrice rilegge in forma paradossale la vita dei suoi genitori (e di tutta una generazione di inglesi), una vita che invece è maturata nel cono d'ombra della guerra e ha patito il trasferimento in Africa. Un terribile lascito da cui la Lessing tenta pervicacemente di liberarsi.
Sono gli anni sessanta e la famiglia Lennox sembra non volersi o non potersi risparmiare nessuna contraddizione. I giovani, che rompono i tradizionali vincoli e chiedono libertà, vengono considerati dalle generazioni più vecchie come persone seriamente danneggiate. E Julia, la matriarca del clan, ne conosce anche il motivo: "Non è possibile passare attraverso due orribili guerre e poi dire: 'È finita, adesso si torna alla normalità'. Si sono accartocciati, i nostri figli, sono figli della guerra".
Corredato da un ampio numero di immagini tratte dall'album di famiglia, il volume, il cui titolo "Under my skin" riprende un verso di una canzone di Cole Porter, ripercorre in prima persona un arco di tempo che va dal 1919 al 1949. Si tratta, come recita il sottotitolo, del primo volume dell'autobiografia di Doris Lessing, che con l'ausilio di immagini e di documenti pubblici e privati, racconta nei dettagli la storia di cinque generazioni, mettendo in primo piano gli anni centrali della sua esistenza, dalla nascita fino ai trent'anni.
Dopo un esilio durato 25 anni per la sua opposizione al regime bianco razzista della Rhodesia, Doris Lessing ritorna nell'odierno Zimbabwe per quattro volte dal 1982 al 1992: il libro è il resoconto di queste visite. E' un libro della memoria, la Lessing evoca la sua infanzia passata in una fattoria isolata nel bush, i suoi genitori, suo fratello ed esplora i modi spesso inaspettati in cui gli elementi della tradizione africana del passato oggi si fondono alle abitudini dei bianchi.