"Nathan il Saggio" è il capolavoro di Lessing e della letteratura tedesca dell'illuminismo. Questa fiaba didascalica, che spavaldamente infrange i canoni del realismo, anche se fa parlare con sommesso, commosso realismo ognuno dei suoi irreali personaggi, è una delle lezioni più alte che un letterato abbia lasciato - scrive Andrea Casalegno - e quella di cui oggi l'umanità ha maggiormente bisogno. Sta a ciascuno dei suoi lettori farla rivivere, in sé e intorno a sé. Perché Nathan è il poema della tolleranza religiosa, anzi, della tolleranza tout court.
L'opera letteraria di Lessing (1729-1781) si situa a un importante punto di svolta della letteratura tedesca, al passaggio dal primo illuminismo all'epoca dello Sturm und Drang e della classicità. Di questa evoluzione egli non è spettatore ma protagonista con la sua attività di scrittore che coniuga la poesia con l'erudizione e con un'incessante riflessione critica. Basti ricordare, accanto al teatro (oltre alla "Minna von Barnhelm", "Emilia Galotti", 1772, e "Nathan il saggio", 1779), il "Laocoonte" (1766) e la "Drammaturgia di Amburgo" (1767-69), e per quanto riguarda l'ambito teologico-filosofico, "L'educazione del genere umano" (1780).