Dalla Presentazione: «nella copertina di questo saggio un’immagine di Amore che si avvicina a Psiche (tratta da un celebre quadro settecentesco di François Gérard) rievoca il mito greco che il poeta latino Lucio Apuleio ha ripresentato con grande efficacia letteraria nelle sue Metamorfosi. Il mito dell’anima che viene attratta irresistibilmente dall’amore – un mito di tipo platonico, ricco di premesse metafisiche e di simbologia antropologica – consente all’Autore di rifarsi più di una volta, nel corso della sua trattazione, alla teoria psicoanalitica di Carl Gustav Jung. Tanto la mitologia quanto le teorie psicoanalitiche che la utilizzano come indice della sapienza naturale (il mito, come ha spiegato Pareyson, esprime sempre le certezze originarie del “senso comune”) servono ad Alberto Spatola per parlare di quello che egli denomina “principio interiore”, ossia l’anima, e per parlarne in termini epistemologicamente corretti e coerenti, ricorrendo anche a concetti metafisici oggi spesso pregiudizialmente rifiutati».
L’autore
Alberto Spatola (Caltanissetta 1952) è dirigente psichiatra, responsabile del modulo di Psichiatria n. 9 del DSM dell’ASP di Palermo. È socio della società italiana di Psicologia individuale (SIPI) ed è stato magistrato onorario del tribunale dei Minori di Palermo.
Ha pubblicato saggi scientifici sulla Rivista sperimentale di freniatria e ha curato la voce “Psicofarmaci” per il Dizionario
di bioetica; nel 2000 ha pubblicato la monografia L’uomo che ride (Edizione universitarie Romane), che anticipa alguni argomenti trattati in modo sistematico in questo libro.
I contributi qui pubblicati (in italiano, inglese e spagnolo) intendono precisare quale giustificazione epistemica abbia la dottrina circa il limite-critico" che Antonio Livi ha elaborato a partire dalla sua "filosofia del senso comune". "
Il volume, pubblicato in coedizione con la Libreria Editrice Vaticana,raccoglie gli studi di esperti qualificati a livello internazionale nelle differenti discipline, che indagano sulla sessualita' e sulle diverse forme che essa ha assunto nel vissuto sociale contemporaneo. Il suo intento e' quello di raggiungere una piena interdisciplinarieta', grazie al contributo di autori che, pur nella diversita' delle loro prospettive disciplinari, siano accomunati dalla condivisione della luce che l'antropologia cristiana offre all'interpretazione dell'umano, e quindi ad un una visione integrale della persona, nella quale i singoli apporti dei saperi trovino spazio e si ridimensionino, bilanciandosi reciprocamente.