Va bene tutto, ma no, il latino no! È questa la frase che spesso sente ripetere chi va ad assistere alla Messa in Rito Antico. Ma la differenza tra questa e quella riformata dal Concilio Vaticano II si riduce soltanto a una mera questione linguistica? La risposta non può che essere negativa. Ricostruendo la storia e analizzando l'ordinamento liturgico e il significato profondo del cosiddetto Vetus Ordo, Massimo Cicero dimostra come il suo contenuto teologico sia molto più aderente alla millenaria Tradizione cattolica rispetto alla nuova Messa, per molti versi snaturata dall'ansia di modernizzazione che ha contraddistinto la Chiesa negli ultimi decenni. Questo pamphlet, vibrante e documentato, è un atto d'amore per quella che è stata la Messa di san Francesco, di san Pio da Pietrelcina, di santa Teresa. Un atto d'amore per la Verità, per l'antica liturgia, per la profondità del silenzio, per l'universalità del latino e del canto gregoriano, per quel Santo Sacrificio che riesce a toccare le corde più profonde dell'animo umano.
L'Italia sconta un passato difficile da trent'anni. Precisamente dal 1992, quando Giuliano Amato e Carlo Azeglio Ciampi affrontarono una schiacciante svalutazione della moneta e una grande stretta fiscale, per tamponare la crisi economica emergente. Poi vennero Mani Pulite e la scomparsa dei partiti. Dal 1992 ad oggi le regioni hanno mostrato mediocri performance delle politiche locali; la produttività delle imprese ha sviluppato un percorso decrescente; l'entrata nell'euro ci ha temporaneamente salvato ma la crisi del 2009 ci ha coinvolto in una recessione complicata e difficile. Il Mezzogiorno non si è ancora ripreso dal clima recessivo e ha accentuato i tratti degradati della sua economia e della sua società. Il resto dell'Italia si sta riprendendo ma, da sola, non riuscirebbe a tenere testa ai problemi che bisogna affrontare nell'Unione Europea.