Di lottizzazione si parla moltissimo e quasi sempre (e giustamente) in modo negativo. Basti pensare che tra il 1974 e il 2004 sul "Corriere della Sera" e "Repubblica" sono apparsi 1.115 articoli interamente dedicati a questo tema. Tutti, insomma, condannano la lottizzazione, ma tutti (tutti coloro che sono nella condizione di farlo), in misura maggiore o minore, ancora la praticano, in Rai ma anche in quei settori e in quelle aziende che hanno a che fare con il potere pubblico. Perché? Dipende solo da un'arretrata coscienza civile e dai ben noti mali della partitocrazia e del clientelismo? O ci sono motivi più strutturali dietro la longevità delle pratiche di lottizzazione, che dalla prima repubblica si sono trasferite nella seconda e ora si affacciano alle porte della terza? Attraverso interviste con alcuni dei principali lottizzatori-lottizzati, e avvalendosi del confronto con le esperienze estere, il libro rintraccia storia, cause e motivi di una pratica dilagante a marchio Italia in Rai e non solo.
In questo volume viene tracciato un agile profilo critico del sistema delle comunicazioni di massa in Italia, con particolare riferimento alla televisione e al mondo della carta stampata, nonché ai rapporti tra mass media e vita politica.
Questo volume fornisce una introduzione ai soggetti, ai concetti, alle aree tematiche, alle metodologie della comunicazione dei diversi campi dell'agire sociale. L'autore prende in esame l'approvazione della legge 150 del giugno 2000 che ha radicalmente modificato l'assetto professionale introducendo anche nuovi bisogni di formazione e aggiornamento per quanto riguarda l'amministrazione pubblica. Un settore che a sua volta ha visto sviluppare ambiti e problemi inediti di interrelazione e di dialogo con i cittadini con l'introduzione delle nuove tecnologie.