Come parlare del coraggio, se non a partire dall’esperienza nostra e di chi ci sta intorno? Esso non esiste, se non incarnato in una persona coraggiosa. L’invito “non temere”, che attraversa tutta la Bibbia, è promessa che plasma l’esistenza dello stesso Gesù. In lui vediamo ciò che è vero per ognuno di noi: il coraggio ha la capacità di sintetizzare in sé fede, speranza e carità facendone una pratica, facendole divenire azione, vita.
Il viaggio è metafora della vita. Anche la fede può essere descritta come un viaggio. Il credente compie l’umano viaggio della sua esistenza sostenuto dalla fede nella parola del Signore. Il viaggio di Abramo inizia con un atto di fiducia nella parola del Signore che in modo inatteso fa balenare nell’orizzonte della sua esistenza la luce di una meta da raggiungere. Per iniziare il viaggio personalissimo della fede e della propria riuscita umana, occorre il coraggio del non conformismo. Abramo si separa dall’agire comune, dalla logica della folla, delle convenzioni, osa andare controcorrente.
Il lavoro è attività dell'uomo su di sé per costruire la propria umanità. Gli antichi stoici parlavano del "costruire la propria statua", non nel senso di autoincensarsi, ma di fare della propria vita un capolavoro, un'opera di quotidiana scultura ... perché il vivere è il mestiere da imparare davvero.
Come riconoscere e osare il proprio desiderio? L’episodio dell’uomo ricco chiamato da Gesù alla sua sequela presenta un itinerario di crescita umana e spirituale veramente esemplare. Tuttavia questo cammino di maturazione resterebbe fine a se stesso se non fosse accompagnato da un movimento di conoscenza del Signore Gesù, che può far uscire dall’indecisione.
Pubblichiamo qui il testo dell’incontro tenuto da Luciano Manicardi ai giovani presenti al Monastero di Bose il 9 dicembre 2012.