R. Meir diceva: «Chi si occupa dello studio della Legge per se stessa, consegue molte cose; non solo: è degno del mondo intero. È chiamato amico e amato; egli ama Dio, ama le creature, rallegra Dio, piace ai suoi simili. La Legge lo riempie di umiltà e di timor di Dio, lo rende capace di essere giusto, pio, onesto, fedele; lo allontana dal peccato e lo avvicina alle buone azioni. Chi si occupa della Legge ne ha consiglio, sapienza, senno e fermezza, come è scritto: “Mio è il consiglio e il buon senso, mia è l’intelligenza e la forza”. Essa gli dona la regalità, il dominio e la profondità nel giudizio; a lui si rivelano i segreti della Legge. È simile a una fonte che s’ingrossa e a un fiume che non si esaurisce. Egli diviene umile, longanime e perdona le offese. Essa lo ingrandisce e lo eleva su tutte le opere».
Ebrei e Cristiani sono alla ricerca della Sapienza. Pirqê Abot non è un trattato teologico nel senso stretto del termine. Abbiamo detto che si occupa principalmente di massime etiche, anche se è bene ricordare che nessuna distinzione netta tra teologia ed etica era possibile alla mente rabbinica. La Torah, nel suo senso più ampio di «insegnamento divino», è il principale concetto teologico in Abot.
Con questo Frédéric Manns - considerato uno dei maggiori esperti del Nuovo Testamento e del Giudaismo - non si propone di scrivere una biografia di Gesù in senso «storico-critico»; il suo scopo, piuttosto, è di ricollocare i Vangeli nel loro contesto originale. Sottolineare l'ebraicità di Gesù (Yehoshuà') può sembrare superfluo a qualcuno, ma molti cristiani sembrano ancora ignorare questo dato di fatto e restano così culturalmente estranei alle proprie radici. Yehoshuà nasce nella Palestina controllata dai romani. La sua predicazione si svolge in un periodo in cui Israele, che pure subisce il fascino della civiltà ellenistica, è agitato da sussulti messianici: nella società dell'epoca è particolarmente diffusa, a tutti i livelli, la speranza di un intervento divino che liberi il paese dalla dominazione straniera. Di fronte alle opere e alle parole del giovane maestro nazareno, gli ebrei reagiscono talvolta con entusiasmo, talaltra con scetticismo. È un profeta? È il messia? O è semplicemente uno dei tanti impostori ed esaltati che si manifestano in quel tempo di tensione politica e spirituale? Con un ritmo incalzante, il racconto di padre Manns rievoca la vita di Gesù sullo sfondo dei riti, delle speranze e delle delusioni degli ebrei del I secolo, senza trascurare i dubbi dei discepoli, l'ambiguità dei saggi, e la crescente diffidenza delle autorità nei confronti del rabbi galileo, fino al dramma del suo arresto e della sua crocifissione.