Il cardinale Carlo Maria Martini, grande appassionato e conoscitore della Sacra Scrittura, ci offre un'intensa meditazione sulla preghiera più famosa dei cristiani, insegnata direttamente da Gesù. Soffermandosi sulle invocazioni che il credente rivolge al "Padre che è nei cieli", Martini entra nelle più remote pieghe dell'esistenza e aiuta il lettore a mettere a nudo le sue domande più autentiche. Il commento segue dunque un andamento "pedagogico e didattico", come dice il cardinale stesso, partendo dal primo "grido del cuore" umano, "liberaci dal male". È il grido più elementare, più semplice, che sta sulla bocca di tutti coloro che vivono la tribolazione, la malattia, che sono assaliti dalle piccole o grandi sofferenze e preoccupazioni che porta con sé la vita quotidiana. "Ho scelto di iniziare da ciò di cui abbiamo maggiore esperienza", spiega Martini, "come il male, la tentazione, i peccati, la fame. Sono domande che possiamo trovare sulle labbra di credenti e non credenti, dei seguaci di ogni religione, perché non c'è esperienza più universale di quella del male."
Martini commenta una delle pagine più note del Vangelo di Matteo, il brano sulle beatitudini, al capitolo 5. Attraverso un percorso esegetico e spirituale, il cardinale vuole condurre il lettore, adulto e giovane, a sondare i misteri della "sublime scienza di Gesù", fino a conoscere il cuore di Cristo e aderire sempre più alla sua vita.Ciascuno è così accompagnato a rinnovare l'adesione al Signore, tornando alle radici della propria fede. Il testo ripercorre sei delle nove beatitudini evangeliche e offre spunti di approfondimento per proseguire personalmente nella meditazione delle restanti parole della pagina di Matteo.