Circola da tempo un pensiero post-secolare che invoca il ritorno della religione nella sfera pubblica, con l'auspicio che faccia da collante etico-politico per democrazie ormai sfibrate. Ma in una società di fatto monoreligiosa come quella italiana l'attivismo politico del cattolicesimo comporta un rischio serio per l'autonomia della legge civile, come ha mostrato la vicenda del crocefisso nelle scuole pubbliche. D'altra parte l'operazione si presenta rischiosa anche per la Chiesa stessa. Il "progetto culturale" con cui il Cardinal Ruini, presidente della Cei per oltre quindici anni, si proponeva di rilanciare il ruolo pubblico dei cattolici era rivolto a un mondo che non esiste più dagli anni Cinquanta. Da allora sono profondamente cambiati gli interessi e le preoccupazioni dei fedeli, le forme del credere e gli stili di aggregazione. La centralità della coscienza individuale e un reale pluralismo interno hanno preso il posto di gerarchie e liturgie tradizionali. Tentare di tradurre in politica la forza di queste esperienze religiose è dannoso e velleitario per chi ha a cuore il futuro della fede.
Il libro è il risultato di una inchiesta dentro il cattolicesimo italiano; non però quello dei palazzi apostolici, degli intrighi curiali e delle sacre stanze ma quello, molto meno noto e celebrato, della "base", delle parrocchie e degli oratori. Tre immagini emergono dal libro. La prima è quella di un "banco vuoto", ovvero di un paese sempre più secolarizzato, in costante allontanamento da quella che è stata per secoli la "sua" chiesa. Marzano racconta la secolarizzazione italiana prima di tutto ridimensionando i dati più diffusi sulla pratica religiosa. La seconda immagine è quella del "fortino assediato". È in questo modo che la gerarchia cattolica vede la chiesa: un'istituzione assediata da ogni lato e intenzionata a resistere a tutti i costi, a non cambiare. La terza immagine è quella del "piccolo porto sicuro", quello rappresentato dai movimenti ecclesiali, dalle nuove sette cattoliche, la grande novità della chiesa italiana negli ultimi anni. Marzano ha scelto di descriverne in profondità una delle più potenti e attive: i neocatecumenali. Il racconto dei molti mesi di partecipazione alla vita del gruppo è affiancato da quello, spesso drammatico, di alcuni fuoriusciti dall'organizzazione. In mezzo, in preda all'afasia e stritolati dall'immobilismo che ha colpito la grande istituzione nell'impatto con la modernità, ci sono il clero, le parrocchie, il laicato "normale": un patrimonio umano, culturale e spirituale destinato a un'estinzione forse lenta ma certo inesorabile.