In questo "Trattato di ontologia" l'autore studia l'azione dell'essere a partire dal basso: dal nostro modo di operare di enti su enti. Svolge dunque una "ontologia differenziale", mediante l'individuazione dei diversi livelli di "impossibilità trascendentale", attraverso cui è necessario passare per pensare. Constatando l'impossibilità di pensare l'oggetto restando al livello di partenza, si evidenzia la necessità di un passaggio a una molteplicità di modi d'essere qualitativamente differenti (spazio, movimento, tempo, memoria etc.), in un percorso ontologico dall'oggettivo al meno oggettivo, mediante metafore linguistiche, che traspongono i significati da un livello all'altro. Dall'ontologia differenziale si passa poi all'ontologia integrale, che ne è l'inverso complementare. L'ontologia integrale dà conto dello spessore ontologico della realtà, nella quale i differenti livelli sono integrati. Ciò avviene mediante un'analisi dell'idea di "valore assoluto", attraverso l'esame dei "trascendentali": bello, vero e bene.
"Si può sperare che ne venga un Risorgimento europeo analogo al Risorgimento italiano? Questo non sembra più pensabile neppure in sede di retorica pura. Nell'Europa unita non c'è più né un Garibaldi né un Cavour, e tanto meno un Robespierre". Un lucido confronto tra risorgimento italiano e rivoluzione francese, due eventi cruciali e decisivi, che sanciscono definitivamente la formazione dell'identità nazionale e la liberazione dai sovrani e dagli oppressori. Con un pizzico di nostalgia e forte spirito critico, Vittorio Mathieu ripercorre le tappe di due momenti storici che hanno cambiato per sempre le sorti di Italia e Francia.