Il volume presenta meditazioni ispirate da alcuni avvenimenti di questi ultimi anni. Si tratta di testi brevi, che prendono spunto narrativo, spesso, dalla cronaca di episodi di vita quotidiana vissuta o da riflessioni personali dell’autore, a volte, dalle letture dell’anno liturgico della Chiesa cattolica. Gli argomenti sono i più diversificati e trovano unità nello sguardo di fede con cui vengono considerati, in dialogo costante, secondo la formazione dell’autore, tra Vangelo e Zen. Qualche titolo illuminante: Il giovane senza dimora, L’amore non è protagonismo, Le mani sporche di Dio, La compostezza zen, L’Io credente, L’Io non credente, Poporoya. Il testo si avvale della Prefazione del monaco zen Jiso Forzani.
Il libro racconta l'esperienza ventennale (1963-1982) in Giappone del missionario saveriano padre Marco, alias l'autore, L. Mazzocchi. Questa lunga e ricca esperienza mette in contatto padre Marco con la cultura e la religione giapponese (il Buddismo Zen) attraverso le tante persone che il suo ruolo gli fa incontrare. Da questo incontro il missionario uscirà cambiato in profondità nel suo modo di intendere la sua missione, quella della Chiesa, e nel suo modo di credere e vivere il Vangelo. Il racconto si apre con l'incontro-scontro con lo Zen, che avviene casualmente nell'incontro con un monaco buddista, missionario dello Zen in Italia, durante un viaggio in aereo. I due missionari, costretti a una sosta forzata, fanno amicizia e si scambiano reciproche lettere di valutazione sincera sulle rispettive religioni. Il testo si conclude con due lettere finali (una al monaco buddista e una alla chiesa cattolica) in cui l'autore perviene alla sintesi della sua maturazione personale, raggiunta dopo momenti di ripensamento, di crisi, di illuminazioni, di intuizioni.