Una raccolta di racconti che si snoda fra ricordi, personaggi noti, emarginati e senzatetto che abitano le strade delle nostre città, giovani che si battono per un mondo più sostenibile, poveri e rifugiati di guerra, tutti nascosti agli occhi dei più ma per i quali comunque arriva il Natale. Le storie di Silvio Mengotto, tracciate con penna leggera, appassionata, mai banale, uniscono cielo e terra, ieri e oggi. E aiutano a guardare al domani con rinnovata speranza. Quella generata, per sempre, da Gesù bambino, che si è fatto uomo e nasce in mezzo a noi, dove meno ce lo si aspetta, ogni giorno.
Da tempo papa Francesco richiama con forza la Chiesa a valorizzare la figura femminile nella comunità ecclesiale. Per farlo, basterebbe riscoprire e ripercorrere questa presenza, vitale e intensa, nella Bibbia. Fin dall'Antico Testamento c'è una schiera di donne che hanno collaborato ad aprire le porte alla salvezza del popolo ebraico. Nel Vangelo, poi, troviamo molte donne che hanno seguito Gesù nella libertà, uscendo dai ruoli codificati per loro dagli uomini; sono loro le prime a sapere e vedere che la morte non è stata l'ultima parola e a raccontare la risurrezione. Esse fanno parte della storia della salvezza. Ignorarlo rende riduttiva la conoscenza e ricchezza della Scrittura. Quanto ci siamo allontanati, come Chiesa, da questa prospettiva? Che cammino occorre fare per ridare centralità e dignità alla figura e al ruolo della donna nella vita ecclesiale? Sulla scia di questi interrogativi, l'autore lancia ai suoi lettori qualche spunto provocatorio, a partire da autentiche testimoni femminili di un nuovo stile di essere Chiesa, donne credenti attente alle domande del nostro tempo, per mostrare come sia già iniziata quella storia sempre più al "femminile" della Chiesa, aperta sulle "periferie esistenziali" della storia, auspicata da papa Francesco.
Una biografia di suor Enrichetta Alfieri, proclamata beata da papa Benedetto XVI. Una donna che "ha saputo mettersi in ascolto di un'umanità sofferente, ferita, ribelle, con dolcezza, con pazienza e con una carità inventiva, come disse di lei il cardinale Carlo Maria Martini. I lunghi anni trascorsi fra le detenute del carcere milanese l'hanno fatta amare da tutti come la "mamma" e "l'angelo" di San Vittore.
«Tra i cinque sensi dell'uomo quello della vista esercita un'autorità che stordisce, molto più forte dell'udito. Quando si entra nel campo rom per vedere, per conoscere bene la situazione, occorre superare l'autorità esercitata da ciò che si vede subito, a prima vista, e aprire gli occhi ad un secondo sguardo. Guardare il campo rom significa tradurlo, decifrarlo, per "accogliere" ciò che si può vedere solo aprendo le ciglia del cuore. Non è solo un'esperienza fisica dei sensi, ma un vero esercizio di sapienza.» Pagine scritte dal vivo, che raccontano, giorno dopo giorno, quanto visto nell'arco di due anni all'interno di un campo nomadi. Pensier, emozioni, dubbi, che scandiscono le relazioni strette con un mondo ancora sconosciuto. Non per parlare dei rom, ma dopo aver parlato e comunicato con i rom.
Racconti di viaggi intorno al mondo, ricordi personali, incontri con genti e popoli stranieri, spesso straziati dalla povertà o dalla distruzione sociale e materiale. Esperienze che lasciano nell'autore una traccia indelebile e che inevitabilmente fanno riflettere sul senso delle cose e sul valore della vita. Incontri che diventano poesia e preghiera.
Ci sono tanti tipi di "angeli". Sono le persone incontrate, le situazioni che fanno riflettere, i casi della vita che suscitano interrogativi nuovi. Molti amici hanno accettato, da diverse parti del mondo, di raccontare frammenti della propria storia. Pagine ricche di suggestione, adatte a riprendere tra le mani una tradizione, quella del Natale, che merita di essere riscoperta. Storie da leggere d'un fiato oppure da centellinare nelle sere d'inverno.
Attraverso alcune istantanee tratte dai testi sacri e dalla storia viene raccontato il modo delle donne di calarsi nell'esistenza quotidiana come in una danza che esalta il lato gioioso della vita.
L'autore propone una lettura del ruolo delle donne nella Palestina di Gesù e, quindi, si concentra sull'inaspettato ed esclusivo protagonismo femminile che riempie le ore della passione, morte e risurrezione di Gesù.