L'esperienza umana e religiosa di frate Francesco, nella concretezza della società civile ed ecclesiastica e delle vicende degli inizi del secolo XIII, quali si possono ricavare innanzitutto dai suoi "scritti" e da fonti e documenti che le trasmettono in modo attendibile: queste pagine ci offrono un ritratto semplice e insieme estremamente puntuale e documentato, quale solo poteva venire da uno dei maggiori studiosi di Francesco e del francescanesimo. Non mancano riferimenti alle sorprendenti strumentalizzazioni politico-ideologiche che intorno alla figura di san Francesco d'Assisi si sono consumate, ieri come oggi.
Se "Contro gli eretici" era dedicato all'operato della Chiesa medievale nel periodo pre-Inquisizione, il presente libro approfondisce la fase in cui, a partire dagli anni Trenta del Duecento, la lotta all'eresia cominciò a essere istituzionalizzata con la comparsa dei primi "inquisitori dell'eretica pravità delegati dalla sede apostolica". L'autore mostra come ciò avvenga nel quadro di un progetto, che era anche politico, inteso al controllo della cristianità intera da parte della Chiesa di Roma, poi studia come l'ufficio inquisitoriale venga affidato in primo luogo ai frati Predicatori, e in seguito anche ai frati Minori, e illustra intenti e tecniche dell'azione repressiva inquisitoriale. Infine, in una stringente riflessione intitolata "Come è potuto accadere?", commenta il documento teologico pubblicato nel 2000 sulle colpe della Chiesa "Memoria e riconciliazione".
Grado Giovanni Merlo insegna Storia del Cristianesimo nella Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Milano. E' presidente della Società internazionale di studi francescani con sede in Assisi. Con il Mulino ha pubblicato anche "Eretici ed eresie medievali" (1991), "Contro gli eretici" (1996), "Streghe" (2006).