Con questo volume s'intende mettere a disposizione del lettore italiano una parte poco conosciuta dell'opera di Michel Foucault, quella scritta per giornali e riviste e che Foucault stesso ha definito il suo "giornalismo filosofico". I testi qui presentati spaziano dal problema della vita e del vivente, a quello della nascita del biopotere e degli effetti della medicalizzazione della società; dalla questione del crimine e della punizione a quella della società disciplinare e dei dispositivi di controllo e sicurezza; dai temi filosofici della verità e dell'identità al problema della sessualità e della soggettività che si forma o si sfalda nel punto d'intersezione e di conflitto tra desiderio e piacere. A questi interrogativi si intreccia sempre la domanda che sin dall'inizio ha accompagnato il lavoro di Foucault, a volte esplicitamente, altre volte in segreto: quella sul ruolo e sulla funzione dell'intellettuale.
In questo secondo volume dedicato all'economia, Mchel Henry porta a termine la lettura innovativa del pensiero di Karl Marx. Contro la teoria dello scambio propria dell'economia classica, che riduce il lavoro ad una categoria oggettiva che fa sì che il lavoro possa essere misurato e quantificato, Marx mette in luce che il lavoro è tutt'altro: è reale, vivente, soggettivo e creatore di valore. Esso costituisce la possibilità trascendentale dell'economia stessa e in modo specifico di quella capitalistica. Per Henry è compito della filosofia mostrare come l'economia riposi sulla "vita", ossia in ciò che Marx chiama la prassi, vale a dire il "lavoro vivente" del lavoratore.
Quest’opera di M. Henry, dedicata a Karl Marx, offre un’interpretazione originale della filosofia del pensatore tedesco al di fuori della tradizione marxista e in aperta polemica e contrapposizione alle varie dottrine marxiste che si sono sviluppate già mentre Marx era ancora in vita. A partire dagli scritti giovanili in particolare da L’ideologia tedesca, pubblicata nel 1932, Henry compie una lettura articolata del pensiero filosofico restituendolo alla propria radice generativa individuata nella prassi della soggettività corporale dell’individuo vivente, la quale ne definisce nello stesso tempo la sua esistenza e la sua condizione di lavoratore. Andare alla radice vuol dire andare al fondamento dell’uomo, ossia alla vita, all’essere vivente di cui parla Marx. All’interno di questo campo, la prassi dell’essere vivente prova se stessa come potenza originaria che nel manifestarsi si coglie come espressione della vita, dell’affettività, da cui è generata e su cui si fonda l’autentica genealogia di ogni ideologia. È, in ultima analisi, la sua condizione di essere vivente che spiega la sua condizione storica e sociale, ad esempio di operaio che vende il suo lavoro, e ciò proprio mentre il suo lavoro attiene alla sua stessa natura di essere vivente. Il senso della prassi si svela così nell’esperienza che ne ha l’individuo nel lavoro inteso quale modalità della auto-donazione patetica della vita.
Con questo volume s’intende mettere a disposizione del lettore italiano una parte poco conosciuta dell’opera di Michel Foucault, quella scritta per giornali e riviste e che Foucault stesso ha definito il suo “giornalismo filosofico”.
I testi qui presentati spaziano dal problema della vita e del vivente, a quello della nascita del biopotere e degli effetti della medicalizzazione della società; dalla questione del crimine e della punizione a quella della società disciplinare e dei dispositivi di controllo e sicurezza; dai temi filosofici della verità e dell’identità al problema della sessualità e della soggettività che si forma o si sfalda nel punto d’intersezione e di conflitto tra desiderio e piacere.
A questi interrogativi si intreccia sempre la domanda che sin dall’inizio ha accompagnato il lavoro di Foucault, a volte esplicitamente, altre volte in segreto: quella sul ruolo e sulla funzione dell’intellettuale.
A cura di Mauro Bertani e Valeria Zini
GLI AUTORI
MICHEL FOUCAULT (Poitiers, 1926 – Parigi, 1984) è stato uno dei grandi pensatori del XX secolo. Tra i suoi testi più importanti ricordiamo: Storia della follia nell'età classica (Milano, 1963); Le parole e le cose (Milano, 1967); L'ordine del discorso (Torino, 1972); e i tre volumi sulla Storia della sessualità: La volontà di sapere (Milano 1978), L'uso dei piaceri (Milano 1984), La cura di sé (Milano 1985).