Una storia aggiornata dei primi anni del Movimento dei Focolari. La vicenda trentina di Silvia "Chiara" Lubich e delle sue prime compagne racconta di un carisma al servizio dell'unità che tanti frutti ha portato alla Chiesa e all'umanità intera nei decenni seguenti. A quasi ottant'anni da quei giorni, la consultazione di documenti e una serie di interviste permettono di tracciare la storia di quei primi tempi con nuovi dettagli e nuove prospettive, arricchendo così il racconto della fondazione del Movimento dei Focolari di notizie finora ignote.
Esperienze, situazioni e problemi incontrati in ogni comunità parrocchiale, avvicinati e raccontati dall'autore con ironia e spunto riflessivo. Perché è dallo stile con cui viene vissuta la quotidianità che emerge molto di un'identità e di un ministero.
Ha ancora senso, nel XXI secolo, parlare di veste sacerdotale? Sono sempre di più gli ecclesiastici e i religiosi, donne e uomini, che a tutti i livelli si "spogliano" dei vestiti propri della loro condizione e si presentano al mondo in abiti civili per avvicinare con più facilità le persone, senza alcun segno distintivo. In fondo si pensa che l'abito non sia importante, che non identifichi il buon sacerdote. Ma è proprio vero? In questo libro l'Autore, un prete, intraprende un viaggio alla ricerca delle origini e delle motivazioni più profonde dell'utilizzo delle vesti sacerdotali, dal suo significato antropologico alle norme canoniche che ne regolano l'uso. Solo così sarà possibile riscoprire che la propria identità passa anche da ciò che si indossa. Prefazione del card. Angelo Bagnasco.
Il sacerdote è uomo di frontiera, sempre. Anche quando vive "comodamente" in una grande metropoli. Perché ha l'obbligo morale di "essere testimone", sempre e comunque.
A partire da questa convinzione, l'autore raccoglie in questo volume le testimonianze di preti che si trovano a vivere realtà "limite": la guerra, la persecuzione, la povertà materiale e umana, la solitudine, le catastrofi naturali…Le loro storie raccontano di uomini che hanno messo Dio al primo posto e lo servono, amano, cercano in ogni uomo: in questo sta il loro ministero e la loro identità.
Si puntualizza il contributo dato dall'ordine dei Predicatori alla riforma cattolica napoletana del Cinque-Seicento, un movimento che ebbe come centro Napoli e la Campania, ma che ben presto non tardò a far sentire il suo influsso su diversi altri conventi domenicani meridionali. La riforma del 1583 non ebbe all'inizio una facile applicazione, anche se poté contare sull'appoggio del maestro generale e dei papi, ma riuscì a essere un tentativo riuscito che risollevò il prestigio dei domenicani nel Mezzogiorno.
Lo scritto del teologo abruzzese, Michele Giulio Masciarelli, è una brillante riflessione teologica, esistenziale e pastoarle sul prete, visto nel suo ancoraggio misterico e nella sua esposizione alla storia. L'icona dell'asino è gestina con finezza allusiva, seza scadere mai nel paragone banale, che risulterebbe, a quel punto, maldestro e offensivo. Ne vine fuori una figura di prete forte e tenera, di buonsenso, legata in modo indissolubile a Cristo e dedita al servizio, umile e serio, a alla causa del regno.