Paradossali, criptiche, radicali e brucianti nell'enunciazione, queste Apocalissi lasceranno in ogni lettore immagini che non si cancellano: basti pensare a quelle di Cristo che ride sulla croce o a quelle del frontale attacco, nell'Apocalisse di Pietro, alla Grande Chiesa. O all'anima presentata quale "donna nuda, multiforme e soggetta a sofferenze"; all'apostolo Paolo che attraversa i cieli e dice: "Sto andando al luogo dal quale sono venuto". In queste immagini convergono tutti i temi peculiari della gnosi, che si mostrano in sequenze narrative oscure e lampeggianti. Sono le tracce di un'esperienza grandiosa, che per secoli sarebbe stata condannata e oggi, per un'accidentale scoperta, torna a parlarci con la propria voce.
"L'albero della vita degli immortali, manifestato dal volere di Dio, è sito nella parte settentrionale del paradiso, per rendere immortali le anime dei santi, quelle che provengono dalle opere della povertà, allorché avverrà il termine dell'eòne. Il colore dell'albero della vita è come il sole; i suoi rami sono belli; le sue foglie sono come quelle del cipresso; il suo frutto è splendente come grappoli d'uva; la sua altezza raggiunge il ciclo. Vicino a esso si trova l'albero della gnosi, il quale ha la forza di Dio; il suo splendore è come la luna, quando è molto splendente; i suoi rami sono belli; le sue foglie sono come le foglie di fico; il suo frutto è come i buoni e magnifici datteri. Esso è sito nella parte settentrionale del paradiso per scuotere le anime dal sonno dei demoni, affinchè vengano dall'albero della vita, mangino del suo frutto, e condannino le potenze e i loro angeli."